A Brescia crescono sia le morti sia gli infortuni sul lavoro
Crescono sia le morti sul lavoro, che gli infortuni, che le malattie professionali. I primi sette mesi del 2024 in provincia di Brescia sono stati peggio degli stessi sette mesi dello scorso anno. Nel periodo sono stati 22 i decessi contabilizzati dall’Inail contro i 19 del 2023, 9276 le denunce di infortunio, circa cento in più, mentre sono cresciute quasi del quattro per cento le malattie professionali, passate da 511 a 530.
«Ci si aspetta sempre che i casi diminuiscano - ha detto il presidente di Anmil Brescia Roberto Valentini, presentando la giornata nazionale in programma domenica - purtroppo non calano mai. Ad oggi peraltro il dato è già abbondantemente superato. Le statistiche dicono che siamo già arrivati a 28 decessi. L’anno scorso furono in tutto 38. Speriamo di fermarci prima».
In occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che sarà celebrata domenica 13 a Rezzato a partire dalle 9 con il raduno dei partecipanti a Virle al monumento dei caduti del lavoro, Anmil chiede alle istituzioni di farsi carico di alcune sue istanze.
In particolare dell’adeguamento all’età pensionabile (67 anni) del limite anagrafico per ottenere l’assegno di incollocabilità (previsto ora fino ai 65 anni), dell’esclusione della rendita riconosciuta ai superstiti delle vittime del lavoro del reddito rilevante ai fini dell’Isee, e più in generale delle attività di prevenzione e diffusione della cultura della sicurezza.
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