Gli 80 anni del Giornale di Brescia nel nuovo numero di Biesse

Arte, impresa e curiosità dalle Valli alla Bassa nella rivista pubblicata dalla Fondazione Negri, in edicola insieme al GdB da giovedì 24 aprile
Le linotype e i banconi con i caratteri mobili nella prima sede in Broletto - © www.giornaledibrescia.it
Le linotype e i banconi con i caratteri mobili nella prima sede in Broletto - © www.giornaledibrescia.it
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Gli ottant’anni del Giornale di Brescia, che aprì la redazione il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, e il cui primo numero uscì due giorni dopo, il 27 aprile, sono raccontati nelle pagine del nuovo numero della rivista Biesse, il periodico trimestrale edito da Fondazione Negri e dedicato alla storia della provincia bresciana. Il fascicolo sarà in edicola da giovedì 24 aprile, in abbinamento proprio con il Giornale di Brescia (a 8 euro più il prezzo del quotidiano).

Fotografie storiche

«Biesse racchiude pure in questo numero la storia del giornale che da ottant’anni accompagna le letture del mattino, degli affari e del tempo libero – sottolineano nell’editoriale d’apertura l’editore Mauro Negri e il direttore Marcello Zane –. Uno strumento che ha raccontato, e continua a farlo, le nostre storie di ieri e di oggi, anch’esso fatto da donne e uomini – direttori, giornalisti, compositori e tipografi – proprio come la rivista che ora tenete tra le mani». Sulla quale, anche in questa occasione, il territorio bresciano è scandagliato grazie agli spunti offerti dalle fotografie storiche dell’Archivio Negri. Così la copertina, e il servizio di apertura, sono dedicati al Teatro Grande; poi si parla, tra l’altro, della Mille Miglia «particolare» del 1940 corsa in circuito, del ristorante Principe in piazza Vittoria, dell’ospedale militare, del monumento a Garibaldi a Monte Suello, e... di cavalli a dondolo.

Buon compleanno GdB

Ampio spazio, dicevamo, è riservato alla storia ottantennale del Giornale di Brescia, nato il 25 aprile 1945 come “Organo del Comitato Nazionale di Liberazione”, come si leggeva sotto la testata. «Brescia è libera» titolava il quotidiano in prima pagina sul primo numero uscito il 27 aprile 1945, quando a dirigere il GdB, nella prima sede in Broletto, fu chiamato Leonzio Foresti, affiancato da alcuni redattori in rappresentanza dei vari partiti. «Nei primi mesi il quotidiano si connota per l’impegno a interpretare la realtà locale attraverso la voce delle diverse formazioni politiche, nello sforzo di dare spazio a posizioni dialettiche, a volte persino contrastanti – scrive Marcello Zane –. Ma pure un quotidiano volto a raccontare i piccoli e grandi eventi della quotidianità, ad accompagnare con puntualità la vita pubblica nelle sue varie articolazioni, soprattutto istituzionali».

La sede del Giornale di Brescia, in via Solferino - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
La sede del Giornale di Brescia, in via Solferino - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

La storia del giornale

Biesse, con l’aiuto di foto d’epoca, ripercorre la storia del giornale, per il quale il CdA rinnovato nel 1947 sottoscrive un patto per «favorire il progresso civile, culturale ed economico, ispirandosi ai valori cristiani della comunità». Negli anni successivi il quotidiano è acquistato da Editoriale Bresciana, cordata di imprenditori sostenuta da Banca San Paolo e Credito Agrario; dal 1949 il controllo fa capo alle fondazioni Tovini e Folonari. Alla direzione si succedono Mino Pezzi, Alberto Vigna, Vincenzo Cecchini e Ugo Martegani. Dopo i direttori “esterni” nel 1980 arriva il bresciano Giambattista Lanzani, poi Giacomo Scanzi dal 2005 al 2015, e infine Nunzia Vallini, attuale direttrice. Entrano in Editoriale Bresciana le emittenti Teletutto, Radio Bresciasette e Radio Classica Bresciana; del gruppo fanno parte la divisione commerciale Numerica, concessionaria della pubblicità, e in comproprietà con l’Eco di Bergamo il centro stampa a Erbusco.

Tra i momenti salienti della vita del GdB, la Strage di Piazza Loggia del 28 maggio 1974, quando uscirono ben tre edizioni straordinarie, e la sfida delle nuove tecnologie, che vedono attualmente il quotidiano operativo anche con un sito web e pagine social. Senza rinunciare alla propria vocazione, «una disposizione dialogica – scrive ancora Zane –, nonché un’attitudine a misurarsi con un’opinione pubblica dagli umori spesso contraddittori che il quotidiano tende a incanalare in un alveo valoriale di riferimento democratico».

Storie dal territorio

L'Alfa Romeo 6C 2500 SS di Tassara-Facetti nella Mille Miglia del 1940 - © www.giornaledibrescia.it
L'Alfa Romeo 6C 2500 SS di Tassara-Facetti nella Mille Miglia del 1940 - © www.giornaledibrescia.it

La rivista allarga poi lo sguardo al territorio. A partire dal cuore culturale della città, il Teatro Grande, il cui nucleo nacque ancora nel 1664 come sede dell’Accademia degli Erranti, ampliando nel corso dei secoli la propria struttura (l’attuale risale al 1810) e funzione. Tra i primi ammiratori lo scrittore Stendhal, mentre Napoleone vi fu ospite tre volte tra il 1798 e il 1807, prima della ricostruzione. Dalla cultura all’impresa, con la storia della tintoria industriale Tics impiantata, sull’attuale incrocio tra via Triumplina e la strada per Nave, dal milanese Pio Colombo. Poi la ristorazione, con il Ristorante Principe che trovò ospitalità sotto i portici della modernissima Piazza Vittoria; e l’ospitalità alberghiera con la storia dell’Hotel Sirmione.

Monte Suello, sosta all'Ossario in uno scatto di inizio Novecento - © www.giornaledibrescia.it
Monte Suello, sosta all'Ossario in uno scatto di inizio Novecento - © www.giornaledibrescia.it

L’architettura racconta la carriera di Luigi Tombola, che tra Otto e Novecento operò nel capoluogo e in provincia; e la storia della sede del Cab in piazza Duomo, opera di Antonio Tagliaferri. Brescia città della Mille Miglia rievoca l’edizione 1940, quando i rombi di guerra imposero di rinunciare al tracciato tradizionale Brescia-Roma a favore di un circuito non oltre Cremona e Mantova. Echi bellici anche nelle storie della “piazza d’armi” del Violino, dove prima che sorgesse l’omonimo villaggio si tenevano le manovre delle truppe;e dell’ospedale militare nell’ex complesso cittadino di San Gaetano. Sguardo sulla provincia, con la storia di Pisogne, tra lago e montagna, il monumento a Garibaldi eretto a Monte Suello, e la memoria del circolo giovanile Benedetto XV di Collebeato. Infine, si corre sulle ruote di legno per i camion dell’autarchia, e ci si delizia con i cavalli a dondolo creati da anonimi artigiani come dai pionieri dell’industria del giocattolo.

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