25 Aprile a Brescia: piazza Loggia canta «Bella ciao» contro il disimpegno
Ieri, ci si era lasciati così: tra polemiche, richiami alla sobrietà e ridimensionamenti delle celebrazioni a preparare per oggi una festa della Liberazione dai toni assai sommessi in molti Comuni. Non a Brescia, dove «Bella ciao» è risuonata forte e chiara e dove la piazza, tappezzata di ombrelli colorati ammaccati dalle intemperie, ha risposto «no» al disimpegno e promosso la partecipazione. Perché, per dirla con le parole pronunciate dalla sindaca Laura Castelletti, «dobbiamo prenderci cura della democrazia come si fa con un bene fragile e prezioso».
Introdotta dalle note della banda cittadina Isidoro Capitanio (diretta dai maestri Sergio Negretti e Giuliano Mariotti), la tradizionale cerimonia in piazza Loggia è iniziata al contrario a causa del maltempo, ossia con la deposizione delle corone commemorative al termine dei discorsi ufficiali e non all’inizio.
Gli interventi
A scandire il «La» ai comizi – dal palco affollato dalle autorità – è stata Elena Ringhini, che ha ricordato: «Il 25 aprile è la data in cui il nostro Paese ha iniziato a respirare». Nel discorso della sindaca non è mancato un pensiero per la scomparsa del Papa: «Un uomo che – ha detto – ha saputo richiamarci tutti, credenti e non, alla responsabilità verso gli altri, al valore della giustizia e della dignità umana».
Ma a pronunciare l’orazione ufficiale, come previsto dal programma voluto dall’Anpi, è stato l’on. Gianni Cuperlo: «Alcune date hanno la forza di restituire il senso profondo della storia e il 25 Aprile è una di queste. Il fascismo è stato devastazione totale e lutto: nessuno tutto questo ha diritto di rimuoverlo. La lotta di liberazione fu una lotta che riuscì a creare un popolo: nasceva un’altra Italia per ricostruire una nazione spezzata, umiliata. Una rinascita civile e democratica».
Un pensiero all’oggi: «La guerra in Ucraina va fermata. Ma non solo: l’Europa deve trovare la voce di fermare la strage di innocenti a Gaza, riconoscendo il diritto di esistere allo stato palestinese. La vita è sacra e va tutelata in ogni angolo del mondo». Quindi, un riferimento alle polemiche sulla sua presenza oggi a Brescia, indignazione alla quale Cuperlo ribatte rivolgendosi a Castelletti: «Cara sindaca, mi è dispiaciuto che alcune forze politiche abbiano contestato la mia presenza qui oggi: voglio solo chiedere a chi oggi siede al governo, su cui nulla dirò, di riconoscere la radice antifascista. Lo facciano pure con sobrietà. Ma lo facciano».
La testimonianza di Rosi Romelli
Infine, la testimonianza di Rosi Romelli, ex partigiana: «Sono qui oggi a dire: siamo contenti, siamo felici perché siamo liberi. E io sono emozionata».
In coda ai comizi, «per rispetto verso ciò che ha rappresentato papa Francesco, il Papa delle periferie» (come lo ha definito il presidente dell’Anpi bresciana Lucio Pedroni), dal palco Bella ciao è stata letta come una poesia. Ma a cantarla, all’unisono, è stata la piazza.
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