Chef per una notte, la cena di gala finale incorona tutti i ragazzi
Sono tutti vincitori. Non c’è classifica, non c’è graduatoria di sorta alla finale di Chef per una notte «school edition». A trionfare è stato l’impegno, la passione, la collaborazione e la creatività di sessanta studenti bresciani che, con le mani tremolanti e i sorrisi un po’ tirati, hanno cucinato e servito una cena per 170 persone.
Tanti eravamo lunedì sera al ristorante Carlo Magno di Collebeato, al consueto evento di gala che chiude ogni edizione della nostra iniziativa dedicata al mondo della cucina. A fare gli onori di casa Davide Briosi e Maddalena Damini, direttore artistico di Teletutto e Radio Bresciasette.
La formula
Dopo dieci anni di contest e sfide per gli appassionati e gli amatori dei fornelli, quest’anno Chef per una Notte ha coinvolto gli istituti alberghieri di Brescia e provincia, chiudendo idealmente un cerchio: siamo ripartiti dai banchi di scuola, dove la passione si trasforma in professione, attraverso la formazione. E la risposta degli studenti e dei loro professori è stata sorprendente.
Dalla città alla Valcamonica, dalla Bassa alla Valle Sabbia e al lago d’Idro, sei scuole hanno aderito con entusiasmo, partecipando alle Lezioni di Chef nell’aula magna di Cast Alimenti, condotte da Clara Camplani e Brio, e trasmesse in prima serata su Teletutto da fine febbraio. Qui i ragazzi hanno potuto cucinare insieme ad alcuni dei più grandi chef della nostra provincia, studiarne le mosse e carpirne i segreti.
La serata
Ma il meglio doveva ancora venire. Lunedì sera gli studenti si sono messi alla prova in prima persona, preparando il loro piatto per tutti gli ospiti del Carlo Magno.
C’erano i rappresentanti delle istituzioni e degli sponsor, oltre ai mitici capitani delle più importanti squadre sportive bresciane: Jacopo Alesiani dell’AN pallanuoto, Dimitri Bisoli del Brescia Calcio, Veronique Brayda del Brescia Calcio Femminile, accompagnata da Serena Magri, Amedeo Della Valle della Germani Basket, Alice Pamio della Millenium Volley, Simone Pesce del Lumezzane e Denis Hergheligiu, giocatore della FeralpiSalò. In sala anche il «capitano per sempre» Marco Zambelli, con la moglie Clara Gorno, presidente del Brescia Calcio Femminile, oltre a Mauro Ferrari, Graziella Bragaglio e Matteo Bonetti della Germani.
I commenti più temuti dai ragazzi, ça va sans dire, sono però quelli della giuria, presieduta da chef Stefano Cerveni del ristorante Due Colombe. Al suo fianco i colleghi Beppe Maffioli, padrone di casa, Piercarlo Zanotti del Garda Golf, Fabio Mazzolini del Dalie e Fagioli, e ancora i pastry chef Debora e Nicola Massari, il direttore di Cast Alimenti Vittorio Santoro, l’amministratore delegato di Mori 2A Alvise Mori e il giornalista Gianfranco Bertoli.
La cena
L’istituto alberghiero Mantegna di Brescia propone un rollè di storione al profumo di limone, lavarello essiccato, spaghetti di zucchine e agretti, salsa di provolone e acqua di Leonessa Ca.Bre, apprezzato dai giurati per l’accostamento insolito.
Due i primi piatti: il risotto con luppolo selvatico delle Prealpi bresciane e formaggi molli di montagna, crema allo zafferano e croccante di pane integrale aromatico del Perlasca di Idro, lodato per aver valorizzato prodotti super locali, e i maccheroncini Avesani con fatulì, cavolo nero e bottarga di coregone del cfp Zanardelli di Clusane, particolarmente graditi a chef Cerveni.
Due anche i piatti a base di carne: il cfp Canossa di Brescia prepara una lombata di pecora, fornita da Iab Roda Carni e cotta alla perfezione, servita con cavolfiore alle spezie in crema e burro anni ’80, mentre il Dandolo di Corzano, in collaborazione con la Strada del vino e dei sapori Colli dei Longobardi, si cimenta in una coppa di maialino cotta a bassa temperatura, caramellata con millefoglie di patate, crema al chimichurri e umami di melanzana.
«Un piatto ben costruito» assicura chef Zanotti. Al dessert, infine, ci hanno pensato gli studenti dell’Olivelli-Putelli di Darfo Boario Terme: un babà a sfera con caramello esotico, crema di mascarpone al limone del Garda e zuppetta di frutta e verdure. «Non mi piace dare i voti – commenta Debora Massari –, ma vi dico che lo rimangerei».
Le mani degli studenti smettono di tremare, i loro sorrisi si allargano, esplodendo in urla di gioia. Si abbracciano, si danno pacche sulle spalle, corrono dai loro insegnanti pieni d’orgoglio. Si chiama soddisfazione, e siamo certi che se ne ricorderanno per molto, molto tempo.
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