Arianna Gatti: «Il mestiere si assimila stando in cucina»

Francesca Roman
La giovane abruzzese, «bresciana» da ben undici anni, del ristorante «Forme» si racconta: «Nel mio menù unisco le due tradizioni in vari piatti
Arianna Gatti nella seconda puntata di Chef per una notte - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Arianna Gatti nella seconda puntata di Chef per una notte - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Classe 1991, abruzzese di nascita ma «bresciana» da ben undici anni, allieva di Marchesi e poi di Léveillé, Arianna Gatti è la chef emergente 2023 per la guida del Gambero Rosso, e a Chef per una notte «school edition» partecipa per la prima volta. «Sono molto contenta di questa esperienza – assicura –, spero di essere stata d’ispirazione per questi ragazzi».

Il debutto

Formazione scientifica a Roma e poi la scuola Alma di Marchesi, ma con una passione per la cucina che risale all’infanzia «perché i miei genitori erano ottimi cuochi – chiarisce –, hanno avuto un ristorante, e papà ha fatto anche il maître in giro per l’Italia».

«Ho lavorato con chef stellati molti umani, in brigate molto giovani – prosegue Arianna –, come quella di Paolo Teverini a Bagno di Romagna, per me un super maestro. Poi sono arrivata a Brescia, sono andata a cena da Beppe Maffioli e gli ho chiesto se cercasse uno chef. Mi ha detto di andare al Miramonti L’Altro e lì ci sono rimasta per nove anni. E per questo consiglio di restare un po’ in una cucina, per assimilare meglio il mestiere».

Forme

A gennaio 2023 la chef apre il suo ristorante «Forme» in via Codignole a Brescia, e a ottobre riceve il riconoscimento del Gambero Rosso. Da qualche mese il ristorante è aperto anche a pranzo e sta raccogliendo apprezzamento da un pubblico sempre più ampio

La chef Arianna Gatti - Foto Nicolo’ Brunelli fotografo
La chef Arianna Gatti - Foto Nicolo’ Brunelli fotografo

«L’ho chiamato come il mio paese d’origine in Abruzzo – racconta –, e nel mio menù cerco di unire le due tradizioni in vari piatti, come per esempio lo spiedo di lumaca all’amatriciana con pecorino. È un ambiente polifunzionale, con un ristorante fine dining, un bistrot che si chiama Sottoforme, un’area banchetti, uno spazio esterno e quattro suite. Il premio del Gambero è stato un grande stimolo per me e anche per i ragazzi che lavorano con me».

E a proposito di giovani, la chef si rivolge agli studenti del Canossa: «Mi raccomando, capite bene se questa è la vostra passione, coltivatela e allenatela tutti i giorni. Regala tantissime soddisfazioni, e anche la possibilità di viaggiare, perché questo è un lavoro che possiamo fare ovunque».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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