Nel tempo e nella storia, viaggio nei siti Unesco di Brescia e Bergamo

La World Heritage List è l’elenco in cui sono inseriti quei bene culturali, o ambientali, che hanno un «valore universalmente eccezionale» dal punto di vista storico, artistico o scientifico.
Come dice il nome stesso, parliamo dell’eredità per gli uomini e le donne di oggi e di domani che ci ha lasciato chi ci ha preceduto, il più delle volte senza nemmeno averne la consapevolezza.
Brescia e Bergamo, insieme, contano cinque siti riconosciuti come patrimonio dell’Unesco, cinque perle nel mare di bellezza che abbiamo (ri)scoperto nell’anno eccezionale di Capitale della cultura: le incisioni rupestri in valle Camonica, il lago Lucone sul Garda, Brixia romana in città, il villaggio operaio di Crespi d’Adda e le mura veneziane di Bergamo.
Un Patrimonio che ci unisce
Brescia e Bergamo condividono insomma un grandissimo patrimonio culturale, protagonista certo nell’anno di Capitale ma presente e visitabile ogni giorno dell’anno. Un «Patrimonio di Bellezza» che ci unisce, come scrive l’autrice Clementina Coppini, che propone – per dirla con le sue parole – una «non-guida» a questi cinque siti Unesco.
Non si tratta di schede di presentazione o di ricostruzioni storiche – che potete comunque trovare linkate all’interno di ogni articolo –, ma di un racconto multisfaccettato, che offre «suggestioni, consigli, storie e aneddoti, affinché il lettore si faccia un'idea di ciò che potrebbe trovare e sia spronato a cercare da solo il resto».
Coppini firma per il nostro giornale le Cartoline bresciane, che ogni settimana ci portano alla scoperta di un angolo di Brescia e provincia. Questo lavoro sul «patrimonio della bellezza» vuole invece essere una mega-cartolina, che parla in maniera trasversale dei molti aspetti di questi cinque siti Unesco, per «dare l'idea della bellezza e della complessità di questi luoghi che non a caso sono stati scelti a rappresentare il Patrimonio dell'Umanità».
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A Brescia
La nostra provincia compare nell’elenco di siti Unesco per ben tre volte. Il parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, nella media Valle Camonica, è stato il primo sito italiano ad essere inscritto nell’elenco dei siti Unesco: era il 1979. Istituito nel 1955, il parco tutela e valorizza uno dei più importanti complessi di rocce con incisioni preistoriche e protostoriche della valle, create tra la fine del Paleolitico superiore e l’età del Ferro.
Nel 2011 alla World Heritage List si aggiungono anche il sito palafitticolo del Lucone, a Polpenazze sul Garda, e il complesso museale di San Salvatore-Santa Giulia insieme al Parco archeologico di Brescia romana, in città.
Il sito gardesano, quattordici anni fa, è entrato a far parte della più ampia serie dei siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, un complesso che oltre all’Italia coinvolge anche la Svizzera, la Francia, la Germania, l’Austria e la Slovenia. Il Lucone è uno dei meglio conservati tra i bacini che costellano l’anfiteatro morenico del lago di Garda: la grande abbondanza di ritrovamenti archeologici e la qualità dei dati paleoambientali fanno di questa località un sito di fondamentale importanza per lo studio della Preistoria nell'Italia settentrionale.
Era il 25 giugno 2011, invece, quando Santa Giulia è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità da parte dell'Unesco, un riconoscimento legato al sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)», assieme a Cividale del Friuli e Castelseprio, in provincia di Varese. Nel tempo, il sito Unesco ha abbracciato l’intero parco archeologico di Brescia romana, che va dal complesso di San Salvatore al Capitolium passando per il più recente corridoio Unesco.
A Bergamo
Bergamo figura nell’elenco dei siti Unesco due volte.
Il primo riconoscimento è arrivato nel 1995, con l’inserimento nella lista di Crespi d'Adda. Situata nel comune di Capriate San Gervasio, è una «città aziendale» fondata da Cristoforo Benigno Crespi per i dipendenti della sua fabbrica tessile. Ampliata dal figlio Silvio, offriva abitazioni confortevoli, servizi avanzati e un elevato standard di vita. Il villaggio, con fabbriche da un lato e residenze dall'altro, comprendeva case di diversi stili in base al ruolo all’interno dell’azienda. Gli operai inoltre potevano beneficiare di servizi igienici, clinica, scuole , teatro e persino di una centrale idroelettrica. Il villaggio rimase di proprietà della famiglia Crespi fino agli anni '70.
Le Mura Veneziane di Bergamo invece sono patrimonio Unesco dal 2017: sono sei opere difensive costruite dalla Repubblica di Venezia tra XVI e XVII secolo in Italia, Croazia e Montenegro. Le mura di Bergamo, edificate tra 1561 e 1588, sono un esempio grandioso di queste fortificazioni. Ironia della sorte, non furono mai usate per difendere la città: nel 1797 i francesi, infatti, entrarono nella città senza l’utilizzo della forza, a causa della caduta della Repubblica di Venezia. Le Mura Veneziane restano una testimonianza imponente della potenza della Serenissima e della sua ingegneria militare.
La grande magia di essere nella lista
Ecco dunque il viaggio nel tempo e nella storia che ci propone Clementina Coppini
Di seguito, organizzati i tre filoni principali, i capitoli che ci portano tra Brescia e Bergamo.
Le persone e i personaggi
- Coloro che fecero l'impresa
- Un bel giorno è sempre un bel giorno, anche se è un giorno cattivo
- La scoperta dell'antico e insospettato quotidiano
- I cinque sensi della lentezza
- Impressionismo preistorico
- I camuni parlavano al sole perché avevano paura del buio?
- Il lavoratore riposato e sfamato è grato
- L'ingegnere guerriero che progettò le mura
- Il pittore che vide spuntare una colonna e trovò la Vittoria
- Il ritorno del Sole sui pitoti
- La maestra che sfatò la leggenda e scoprì le palafitte
La materia
- Il portento del cambiamento
- La strada, anzi il corridoio, per le stelle
- Case incise, case di legno, case con rifiniture di prestigio, case abbattute, case operaie
- Le Opere e i Giorni
- Fede e potere, devozione e libertà
- Le monache devote a una donna crocifissa
- Noli me tangere
- Racconti di trame
- Cenni di moda e igiene
- Dettagli perfetti e imperfetti
Il cibo
Il capitolo finale
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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