Una primula gialla tra le banane

Basta alzare lo sguardo per accorgersi che tutto intorno si illumina, si rinnova, si colora
Primule gialle, un giallo sincero
Primule gialle, un giallo sincero
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Sei distratto e arriva la primavera. Molto accade mentre si è distratti, ma la primavera ha di bello che, a differenza di altre cose, ci tiene a farti sapere che c’è.

Sei intristito davanti alla verdura implasticata al supermercato e una primula gialla ti saluta. È di un giallo sincero, non come quello delle banane (non è colpa loro, di solito le trovi così), che vira dal verde acerbo al marrone marcescenza.

La primula sta lì e sfida la tua routine vegetale con tenerezza. La acquisti, conscio del fatto che la gioia della primavera non si può comprare e insieme sperando di non ucciderla in due giorni come l’anno scorso.

Per non farla sentire sola provvedi a fornirle la compagnia di una primula bianca e di una azzurra. In seguito scopri che quelli sono i colori della bandiera delle Isole Canarie, dove vorresti andare da anni. Esci e passi di fianco a un’aiuola in cui sono spuntate alcune margherite: in effetti sembra meno anonima del solito (o forse sei meno anonimo tu). Sono bianche e gialle, come i colori del Vaticano. Sarebbe bello andare a Roma, che in questo periodo è magnifica.

Ti guardi intorno e non ti sembra affatto male nemmeno il posto in cui ti trovi. Sarà per le primule che trasporti con cura o per le margherite o per la luce che all’improvviso è diversa. Non è cambiata all’improvviso, sei tu che non ci avevi fatto caso. Non è la prima primavera che vedi e che rischi di ignorare. Alcune le hai smarrite del tutto, a volte per valide ragioni, altre volte perché eri impegnato in quelle che credevi fossero le cose davvero importanti della vita. È così che si perdono gli inizi dei momenti che hanno senso. E, a seguire, anche gli svolgimenti e le conclusioni. Così si finisce per lasciarsi sfuggire tutto, primule e margherite e anni.

Teniamo così protervamente la testa bassa fingendo anche con noi stessi di essere concentrati su chissà cosa e non ammiriamo nemmeno ciò che di bello offre il suolo. Eppure la primula nel ripiano più basso del reparto ortofrutta e la margherita nella rotonda spelacchiata cosa fanno, se non rivolgere la loro corolla verso l’alto? Non è forse una muta e colorata richiesta di emulazione? Dire addio all’inverno è alzare lo sguardo, partendo da soglie e scalini fino ad arrivare alle facciate, alle finestre, ai campanili, alle torri, agli scorci, agli alberi.

Con la luce e lo spirito di marzo diventa tutto più nitido. Dal punto di vista esteriore e mentale. È un guardare più rilassato, più fecondo. Anche la casa con le ringhiere arrugginite ha il suo perché, anche il muro cadente acquisisce un lato poetico.

E quando piove le piazze lastricate di pietre chiare o del grigio dei sampietrini e del cemento non sembrano luccicare di più? Tu intanto inizia a notare la primula tra le banane e la margherita tra i fili d’erba. Proteggi la tua primavera e sogna. L’estate verrà da sé.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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