Santa Cecilia (con angeli) in concerto

Clementina Coppini
È terminato il Festival di Sanremo, ecco quindi una cartolina bresciana dedicata alla patrona di cantanti e musicisti, e a due dei dipinti di cui è protagonista che si trovano nel Bresciano
«Santa Cecilia in concerto», conservato a Chiari
«Santa Cecilia in concerto», conservato a Chiari
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È diventata la patrona di cantanti e musicisti perché, nel giorno delle nozze con il nobile Valeriano, sentendo incantevoli melodie intorno a sé, cantava nel suo cuore inni al Signore affinché mantenesse puri il suo corpo e il suo cuore. Il suo sposo, ammirato dalla Fede della giovane donna, si convertì e quella stessa notte ricevette il battesimo.

Era il III secolo ed entrambi caddero vittime delle persecuzioni contro i Cristiani. A dire il vero Cecilia venne collegata alla musica solo un millennio dopo ed è a partire dalla fine del Medioevo che inizia a essere rappresentata mentre è vicina oppure suona un piccolo organo (il suo simbolo), spesso accompagnata da angeli.

A Chiari

Alla Pinacoteca Repossi di Chiari c’è un piccolo dipinto (63x54 cm) con la nostra santa che suona l’organo insieme al suo gruppo musicale, costituito da quattro angeli: due fanno i coristi e altri due suonano strumenti a corda, uno un liuto e l'altro una viola da braccio. Biondi, con le guance rosa, sono giovani e paffuti.

Si capisce all’istante che sono tutti e cinque molto concentrati sulla loro performance. Quello che inoltre balza all'occhio è che si stanno divertendo. Sembra quasi di poterli ascoltare.

A Rodengo Saiano

Il dipinto di Santa Cecilia a Rodengo Saiano
Il dipinto di Santa Cecilia a Rodengo Saiano

Alla metà del Seicento appartiene invece l’affresco nella chiesa dell’abbazia di San Nicola a Rodengo Saiano. Posto nel presbiterio, è piuttosto affollato di creature celesti che stanno offrendo al loro pubblico uno evento in grande stile. Gli strumenti musicali sono gli stessi del dipinto di Chiari.

Cecilia è di un’eleganza strepitosa, nel suo leggiadro abito lilla (di seta?) a grandi fiori, raggiante come una famosa pianista alla Prima del suo nuovo spettacolo. Anche in questo caso è percepibile la gioia contagiosa trasmessa dalla musica, che non c'è ma in realtà, se si ascolta con il cuore, c'è eccome.

Il significato

Due dipinti sulla felicità che si prova e che si dà facendo musica, uno di un anonimo e l’altro di Giovanni Giacomo Inchiocchio detto il Barbello, entrambi di origine cremonese.

Santa Cecilia è stata rappresentata molte volte, ma raramente con questa sincera e partecipata allegria. Viene voglia d’imparare a suonare, di mettersi a cantare, di essere contenti, di battere il tempo. Cecilia è in estasi, perché è all’estasi che porta la musica davvero bella. È in estasi e ride. Ride anche se ha sofferto, anche se ha subito un orrendo martirio. La musica sublima, la musica consola, la musica guarisce. E lei lo sa.

Miguel de Cervantes fa dire al suo più grande eroe, un grande illuso ma anche un grande sognatore: «Dove c’è musica, non può esserci nulla di cattivo». Se, come Don Chisciotte, gli ascoltatori riuscissero a sentire in ogni nota il riflesso di Cecilia sarebbero meno severi con chi canta e suona. Viceversa, se cantanti e suonatori ascoltassero meglio la Cecilia che è dentro di loro avremmo meno brutta musica e più angeli in concerto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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