Pasqua con i tuoi (soprattutto con la mamma)

Quando ti sembra che il mondo crolli e non ti pare una tua impressione non hai molta voglia di festeggiare la Pasqua. In giro è tutto esaurito e in effetti anche tu sei esaurito. Vorresti essere più positivo, quindi ti concentri su una delle più belle rappresentazioni della Resurrezione esistenti al mondo: il Polittico Averoldi, che splende nella collegiata dei Santi Nazaro e Celso a Brescia, con quel Redentore che ascende al cielo trionfante e magnifico, con a destra, separata da lui, sua Madre.
Chi, nei momenti in cui si sente vittorioso o altresì del tutto perso, non vorrebbe averla al proprio fianco? Il Figlio di Dio non fa eccezione. Anche tu vuoi la Mamma. A Medole, in provincia di Mantova, nella Chiesa dell'Assunzione, sono rappresentate entrambe le situazioni in cui si ha bisogno della Mamma. Nel gruppo statuario quattrocentesco raffigurante il Compianto sul Cristo Morto c'è una Madonna piegata e devastata dal dolore. Nella pala d'altare invece il Risorto va a trovare Maria, che cade in ginocchio per tutta la serie di emozioni che può provare una madre davanti a un figlio che credeva non avrebbe mai più rivisto.
C'è un'ideale connessione tra quest'opera e quella bresciana: in primis il Messia e la Vergine sono uno di fianco all'altra e in secondo luogo i due quadri sono del medesimo autore, Tiziano Vecellio, anche se sembrano essere di mani diverse. E in parte lo sono, perché tra il primo e il secondo corrono più di tre decenni, quelli che separano la giovinezza dalla vecchiaia. Il Salvatore di Brescia Tiziano lo dipinge a trent'anni, quello di Medole quando ha il doppio dell'età.
Il primo è intriso dello spirito della giovinezza, è pieno di colore, slancio, entusiasmo. Il secondo è più intimista, ha toni più cupi, sebbene dal fondo della tela irrompa una luce travolgente. Il soggetto è atipico in sé (è un episodio tratto dal Vangelo apocrifo di Gamaliele) e l'esecuzione è di un Tiziano che inizia a declinare il suo straordinario talento con un misticismo più profondo. Chissà, forse gli mancava qualcuno che amava.
Nel 1968, era il 25 aprile, la tela, scampata alla dominazione napoleonica e a due Guerre Mondiali, fu rubata e trovata due settimane dopo. Danneggiata, è risorta. In alto appare una semi-corona di angeli, mentre alle spalle di Gesù ci sono Noè, Abramo, Eva e Adamo che porta la croce, caricandosi il peso della Passione. I protagonisti sono però Madre e Figlio, che si guardano con un amore che va oltre le dimensioni.
Le loro mani si avvicinano senza sfiorarsi, quasi temessero di spezzare l'intensità del momento. C'è un che di mesto in loro, come se a entrambi dispiacesse che la loro esperienza di vita terrena insieme si sia conclusa. Comunque risorgere deve essere fantastico e altrettanto fantastico comunicarlo alla Mamma.
Solo per immaginare la sua gioia vale la pena provare a rinascere.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.