È tempo di lasciarsi vendemmiare dal sole

Clementina Coppini
Benvenuto settembre, tra pro e contro, tra i colori dell’autunno e una verità: non si può più rimandare nulla a «dopo l’estate»
Scorcio di lago d’autunno baciato dal sole al tramonto
Scorcio di lago d’autunno baciato dal sole al tramonto
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Ecco settembre. Il buio si prende il giorno, finché non sarà sera prima delle cinque. Farà caldo ancora per un tot, come accade ormai da qualche anno. Il dato negativo è che pare sia un brutto segno dovuto al cambiamento climatico (in peggio), il dato positivo perché si può posticipare l'accensione del riscaldamento visti i prezzi del gas in continuo cambiamento (in peggio).

Settembre in sé è il mese del cambiamento (si spera non in peggio). Quante volte si dice: ci pensiamo a settembre? Rimandare a settembre non è solo un modo di dire, è una sorta di logica esistenziale. Chiedete agli studenti con esami di riparazione, agli universitari con appelli magari due lo stesso giorno, ai lavoratori che attendono promozioni o aumenti di stipendio o temono il licenziamento. Si rimanda a settembre come se fosse a data da destinarsi, come se fosse qualcosa di remoto e indistinto o come se il semplice dischiudersi del nono mese favorisse la nascita di qualcosa di nuovo o di una miracolosa modifica del nostro modo di essere.

Se settembre si tende a vederlo come lontano, la parola totemica di agosto è procrastinazione. Come se l’estate non dovesse finire mai. Invece poi settembre arriva e non si può posticipare. O meglio, ci si può cullare nell’idea che l’estate non possa esaurirsi, ma prima bisognerebbe far pace con l'ineluttabilità dell'autunno. Sapete quando, a mo’ di consolazione, le persone dicono ad altri o a se stesse che un anno passa in fretta, che torneranno un'altra estate e un altro agosto? Ecco, che un anno passi in fretta è la cosa peggiore da sperare e da augurare. Per un motivo evidente, paradossalmente non tanto quanto dovrebbe essere. Ogni anno trascorso in inutile attesa è tempo che si corrode e si consuma: il solo pensiero è terrificante.

Benvenuto settembre

Quindi benvenuto settembre, prodromo dell’autunno. Vivere ogni giorno per sé e per chi non può o non c’è o non vuole è l’unico modo per vivere. Il resto è vuoto tra una perdita di tempo e la successiva. Enorme conforto in questa fase di passaggio è andare sulla riva di un lago e guardarlo cambiare colore insieme alla natura che lo circonda, al cielo che lo sovrasta.

Giuseppe Ungaretti faceva questa riflessione mentre era soldato al fronte: «Ci vendemmia il sole/ Chiudiamo gli occhi/ per vedere nuotare in un lago/ infinite promesse». Chi siamo noi per non farci vendemmiare dal sole di settembre e non cercare di immaginare il futuro navigare in uno specchio d’acqua? È un modo dolce e rassicurante per prepararsi all’autunno e all’inverno che ne consegue. «Nel bel mezzo dell’inverno ho scoperto che c’era in me un’invincibile estate», diceva Albert Camus. L'invincibile estate è una conquista che richiede concentrazione, pazienza e volontà. È solo dopo aver percorso le stagioni giorno per giorno che si può trovare l'estate che non finisce. Solo allora e mai prima.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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