Yara, il giorno del giudizio 7 anni dopo: tutte le tappe

Dalla scomparsa della tredicenne di Brembate al verdetto atteso oggi per l'imputato Massimo Bossetti
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Oggi i giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia si riuniranno in camera di consiglio per la sentenza a carico di Massimo Bossetti, 46 anni, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate di Sopra. Queste le tappe della vicenda: 

26 novembre 2010: Yara Gambirasio, 13 anni, scompare a Brembate di Sopra. Ha lasciato la palestra in cui pratica la ginnastica ritmica ad appena 700 metri da casa. Alle 18.47 il suo telefonino si aggancia a una cella, poi la traccia scompare.

5 dicembre: Mohamed Fikri, marocchino che lavora in un cantiere edile, è fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri. La sua posizione sarà archiviata perché del tutto estraneo alla vicenda.

26 febbraio 2011: Il corpo di Yara è ritrovato in un campo a Chignolo d'Isola, una decina di chilometri da Brembate (Bergamo). È stata uccisa sul posto, con alcune coltellate ma è morta anche per il freddo.

15 giugno 2011: gli investigatori isolano una traccia di Dna maschile sui leggings e slip della ragazza.

18 settembre 2012: Nasce ufficialmente la pista di Gorno: è estratto da una marca da bollo su una vecchia patente il Dna di Giuseppe Guerinoni, di Gorno, sposato e padre di due figli, morto nel 1999, simile a quello trovato sul corpo di Yara. Comparato con il suo nucleo famigliare, non porta a risultati; da qui l'ipotesi di un suo figlio illegittimo. Sarà per mesi Ignoto 1.

16 giugno 2014 : È arrestato Massimo Bossetti, muratore di Mapello, sposato e padre di tre figli. Due giorni prima gli era stato prelevato il Dna che era risultato coincidere con quello di Ignoto 1. A lui gli investigatori erano giunti attraverso la madre, Ester Arzuffi, che, secondo l'accusa, aveva avuto una relazione con Guerinoni.

3 luglio 2015: Comincia a Bergamo il processo: la difesa dell'imputato chiede 700 testimoni che saranno poi sfoltiti dalla Corte.

13 maggio: Il pm Letizia Ruggeri chiede per Bossetti l'ergastolo e sei mesi di isolamento diurno.

17 giugno: I difensori chiedono l'assoluzione: «Questo imputato in diritto sarebbe già assolto», e «qualcuno vorrebbe utilizzare questo processo per propaganda forcaiola». 

1 luglio: Massimo Bossetti è condannato all'ergastolo. È invece assolto per la calunnia ai danni del collega.

30 giugno 2017:  Comincia il processo d'appello davanti ai giudici della Corte d'appello di Brescia. Il sostituto pg definisce «ineccepibile» la sentenza di primo grado e chiede anche la condanna per calunnia.

14 luglio: Si conclude il dibattimento: «Noi siamo disponibili a metterci la faccia e Bossetti ci metterà il suo sangue, ma dateci questi accertamenti in contraddittorio per comparare il Dna dell'imputato con la traccia genetica trovata sul cadavere», chiede con forza la difesa, «altrimenti va assolto».

 

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