Yara Gambirasio: la cronistoria della vicenda
26 novembre 2010: Yara Gambirasio, 13 anni, di Brembate Sopra, scompare da casa dopo essere dopo essere uscita dal centro sportivo del paese in cui abita, dove era andata per portare uno stereo che doveva servire per una gara. Considerato il carattere
tranquillo della ragazza e il suo stile di vita, fu scartata da subito l’ipotesi della fuga volontaria. Nessuna lite con i genitori, ottimi voti a scuola, nessuna conoscenza pericolosa nei giorni precedenti alla sparizione, anche perchè nella rubrica del suo telefono cellulare c’era solo una decina di numeri di telefono, nessuno di estranei alle normali amicizie e all’entourage famigliare.
5 dicembre 2010: Il cittadino marocchino Mohamed Fikri, che lavora in un cantiere edile di Mapello, vicino a Brembate, e abita a Montebelluna in Veneto, viene fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri. Contro di lui pesano diversi inizi, tra i quali un’intercettazione ambientale in cui sembra affermi "Allah perdonami non l’ho uccisa". Ma la traduzione era sbagliata. Mohamd Fikri si proclama innocente. Riesce a dimostrare che le sue vacanze in Marocco erano programmate da tempo e che non stava fuggendo.
7 dicembre 2010: Anche su richiesta del pubblico ministero il Gip dispone la scarcerazione del cittadino marocchino.
8-9 dicembre 2010: A Brembate si concentrano centinaia di uomini della protezione civile, dei carabinieri e della polizia per cercare Yara. vengono impiegate anche le unità cinofile e i cani sembra individuino tracce proprio nel cantiere di Mapello. Le ricerche, però, non danno alcun esito.
10 dicembre 2010: Ci sono almeno tre testimoni che sostengono di avere visto Yara uscire dal palazzetto dello sport. Il primo a raccontare di aver visto la ragazzina è Enrico Tironi sul quale per alcuni giorni si addensano sospetti.
12 dicembre 2010: La mamma di Yara parla per la prima volta e in un’intervista dice di sentire «un grande affetto attorno alla sua famiglia».
16 dicembre 2010: Apprensione per il ritrovamento di una felpa dello stesso colore di quella che indossava Yara. Nel frattempo emerge che alle forze dell’ordine sono arrivate centinaia di segnalazioni anche da veggenti. Le ricerche si allargano ad un’area sempre più vasta e vengono controllate le celle telefoniche per stabilire l’ora dell’ultimo contatto di Yara.
20 dicembre 2010: Viene nuovamente sentita la mamma di Yara al fine di cercare un appiglio per le indagini. pochi giorni dopo vengono risentiti tutti i parenti.
21 dicembre 2010: Emerge che la notizia che a Brembate nei mesi precedenti la scomparsa si sono verificati casi di adescamento di ragazzine. Le ricerche si allargano nonostante la neve e il brutto tempo.
26 dicembre 2010: I genitori di Yara assistono in mattinata alla messa di Santo Stefano nella parrocchia di Brembate Sopra, celebrata dal vescovo di Bergamo, Francesco Beschi. È la prima volta che Fulvio Gambirasio e Maura Panarese si fanno vedere in pubblico dalla scomparsa della figlia.
28 diembre 2010: I genitori di Yara convocano una conferenza stampa e rivolgono un appello ai rapitori: «Ridateci nostra figlia. Noi imploriamo la pietà di quelle persone che
trattengono Yara chiediamo loro di rispolverare nella loro coscienza un sentimento d’amore; e dopo averla guardata negli occhi gli aprano quella porta o quel cancello che la separa dalla sua libertà».
30 dicembre 2010: Viene verificato l’intero traffico telefonico delle tre celle dove il telefono di Yara è stato agganciato l’ultima volta. L’indagine, però, non dà alcun risultato.
8 gennaio 2011: all’Eco di Bergamo arriva una lettera anonima che annuncia che il corpo di Yara è nel cantiere di Mapello. La lettera non viene tenuta in considerazione anche perchè il cantiere era già stato più volte ispezionato.
15 gennaio 2011: il sindaco di Brembate Diego Locatelli invita i giornalisti ad allentare la morsa sul paese che deve tornare alla normalità.
26 gennaio 2011: Dopo due mesi le ricerche continuano anche se più allentate.
26 febbraio 2011: Il corpo di Yara, a tre mesi esatti dalla scomparsa, viene ritrovato in una campo a Chignolo d’Isola, ad una decina di chilometri da Brembate (Bergamo). La tredicenne è stata identificata grazie ai vestiti, a un portachiavi e all’apparecchio per i denti.
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