«Workers», la mostra interattiva spiega lo sfruttamento sul lavoro
Il pericolo è sempre dietro l’angolo. E l’isolamento dei lavoratori e l’emersione di nuovi mestieri rischiano di erodere le tutele. Negli ultimi anni segnalazioni di pratiche di sfruttamento nei luoghi di lavoro sono cresciute pressoché ovunque in Italia e, anche se nel Bresciano il fenomeno sembra più tenue, non mancano situazioni delicate e comparti più esposti che i sindacati tengono nel mirino.
Agricoltura, logistica e pubblici esercizi: sono questi i settori che storicamente registrano anomalie, dal mancato rispetto dei contratti al peggioramento delle condizioni. «Nessuna escalation di segnalazioni - spiega Giuseppe Leone, segretario generale Filcams - ma certamente anche a Brescia assistiamo ad un generale deterioramento dei rapporti di lavoro nel settore degli appalti e in quello della logistica, per quanto riguarda la revisione delle condizioni delle ore lavorative. È uno sfruttamento diverso da quello del caporalato, ma possiamo definirlo così».
All’assenza di massicce mobilitazioni collettive e all’ingresso di mestieri poco qualificati e poco tutelati si aggiunge la nuova crisi economica non ancora esplosa, che potrebbe ancora abbassare l’asticella dei diritti. Se la logistica bresciana (e non solo) vive oggi un momento storico complesso per i lavoratori («i carichi di lavoro sono cambiati, sono sempre più pesanti e non c’è stato un adeguamento delle tutele«), il comparto dei pubblici esercizi registra invece il cronico problema del lavoro grigio. Secondo l’Ufficio studi della Cgia l’incidenza del valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare in Lombardia è pari solo al 3,6% e anche il Bresciano rientra in questo calcolo.
All’ombra del Cidneo, però, le condizioni più difficili sono quelle del mancato rispetto delle ore di lavoro stabilite dai contratti del commercio, con quote di stipendio fuori busta. Nel comparto agricolo l’emergenza principale ha invece sempre riguardato il rischio di caporalato, pratica storicamente tutta italiana. Da oltre un decennio Cgil, Cisl e Uil hanno infatti avviato un diffuso piano di prevenzione al caporalato nelle campagne bresciane. Qui, ad ogni vendemmia, i sindacati forniscono materiale e informazioni sui propri diritti alle migliaia di lavoratori stranieri che arrivano in provincia soprattutto dall’est Europa. Un progetto partito da Brescia ed esportato anche a Mantova, Pavia e Sondrio.
Per sensibilizzare al fenomeno dello sfruttamento lavorativo fa tappa a Brescia, in palazzo Facchi di corso Matteotti 74, «Workers», installazione multimediale interattiva composta da 10 stazioni ognuna delle quali tocca un aspetto del fenomeno, dalla tratta all’abuso lavorativo. Il «viaggio nello sfruttamento» proposto da Coop. Lule e dalla rete di enti attuatori di Mettiamo le ali - Dall’emersione all’integrazione, punta sulla esperienza diretta del pubblico e sarà visibile fino al 2 ottobre (orario 15-20,30, sab. 15-22, dom. 10-13 e 14-18, ingresso libero).
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