Wi-fi, più possibilità per navigare a costo zero
Navigare gratis attraverso la provincia. Sfruttando gli accessi wireless disseminati nei Comuni, lungo la strada o al parco, per lo smartphone o all’angolo sotto casa per il computer. Se si confronta questo scenario con la realtà attuale, in cui senza abbonamenti o chiavette si resta a riva, la distanza sembra incolmabile.
Almeno due dati possono aiutare a scalfire il pessimismo sulla rete senza limiti. Da un lato la «liberalizzazione» contenuta nel Decreto del Fare del governo Letta, pur tra gli aggiustamenti richiesti. Dall’altro il fatto che il progetto della Provincia di installare mille hot spot con FreeWifiBresciaGov sta prendendo piede a dodici mesi dal suo avvio.
I tempi sono più lunghi di quelli previsti: l’assessore all’Innovazione Corrado Ghirardelli parlava di un anno per la copertura, mentre siamo circa al 10%. Stando alla mappa del Broletto, sono 14 i Comuni che hanno aderito, per un totale di 82 antenne che consentono di entrare in rete. Si aggiungono 14 palazzi istituzionali (il Crystal Palace, sede dell’assessorato all’Innovazione; l’ufficio turistico - Iat - di Iseo e una serie di centri per l’impiego - Cpi - in diversi paesi) che portano a 23 i centri coinvolti.
Sul sito www.freewifibresciagov.it è possibile conoscere nel dettaglio le zone in cui il servizio è disponibile. In strada, il cartello «wi-fi zone» segnala la presenza dell’antenna, per entrare bisogna fornire alcuni dati tra cui il numero di cellulare. Fino alla settimana scorsa per gli stranieri serviva anche il codice della carta di credito, ma la procedura è stata semplificata con la sola richiesta del numero di telefono. Una misura, in prospettiva, pensata per agevolare i turisti. Ora bisogna solo farglielo sapere, sfruttando alberghi, campeggi, bar o ristoranti. Perché aumenti l’appeal del servizio serve però una maggiore diffusione. Rappresenta dunque una buona notizia il fatto che dopo tre bandi ci siano altre 95 Amministrazioni in attesa di vedere spuntare le antenne. In fondo, la spesa per l’installazione e la gestione spetta al Broletto, mentre i Comuni devono solo pagare la linea. Oltre ai sindaci, da Artogne a Zone, hanno chiesto l’allacciamento anche la comunità montana del Sebino bresciano, a Sale Marasino, e le Asl di Brescia e Vallecamonica. L’incognita è rappresentata dai tempi, ma la strada è segnata. Il piano provinciale ha un valore aggiunto poiché è inserito in un progetto nazionale (Free ItaliaWiFi) partito da Venezia, Provincia di Roma e Regione Sardegna ed esteso ad un numero crescente di amministrazioni, con 2.707 hot spot e mezzo milione di utenti.
Si sono sviluppate anche altre esperienze di wi-fi gratuito nel Bresciano. Vale la pena ricordare l’esperienza di Castegnato (dalle parti del Municipio) e quella cittadina. In centro la rete copre piazza Loggia, piazza Mercato, piazza Paolo VI, corso Zanardelli e via X Giornate. A due anni dall’attivazione, resta da vedere se ci saranno ulteriori sviluppi, ad esempio sfruttando il traino del programma del Broletto.
Vi è poi una terza realtà: il «social wi-fi» FreeLuna, sviluppato dalla trentina Futur3, attivabile a pagamento da amministrazioni pubbliche o da privati (per sapere esattamente dove accedere, consultare www.futur3.it/sitofreeluna/freeluna-punti) che si è diffusa soprattutto dalle parti del Garda. Anche in questo caso, il meccanismo prevede registrazione e accesso libero. In questo caso, però, non essendoci alla base un piano di sviluppo preciso, la diffusione degli hot spot non è prevedibile.
Quel che è certo è che l’accesso a internet, considerato ormai essenziale come gas, luce o acqua. In Germania il principio è stato sancito dalla Corte federale di giustizia, dalle nostre parti è la vita di tutti i giorni a dimostrarlo. E sfruttare la rete senza dover per forza pagare, dato che la tecnologia c’è, non guasterebbe.
Emanuele Galesi
e.galesi@giornaledibrescia.it
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