Voto in Provincia, Galperti rilancia il candidato unico e le larghe intese
Tornare alla «Casa dei Comuni». Rispolverare l’idea originaria e sottrarre la Provincia alla bagarre politica affidandole un ruolo amministrativo, «come si addice agli enti di secondo livello» dove a votare non sono i cittadini, ma i sindaci e gli amministratori locali che, al di là del colore politico, hanno tutti gli stessi problemi. Fu così nel 2014, al primo voto dopo la riforma Delrio, quando si elesse presidente del Broletto Pier Luigi Mottinelli, unico candidato in corsa.
Ora, dopo che il bipolarismo centrodestra-centrosinistra è tornato in Provincia, a rilanciare la proposta è Italia Viva. Nell’assemblea del partito della scorsa settimana è stato il coordinatore provinciale Gianbattista Groli a riproporre lo schema. Adesso è il vicepresidente della Provincia Guido Galperti (IV) a rilanciarlo. «Ci sono questioni strategiche per lo sviluppo del nostro territorio che non possono essere prese a colpi di maggioranza ma hanno bisogno di un "agio amministrativo" ampio - spiega Galperti -. Serve un "Patto di responsabilità territoriale", ricordandoci che i nostri azionisti sono i 2.500 sindaci e consiglieri comunali bresciani».
Elezioni
L’attuale consiglio provinciale resterà in carica fino a fine 2023. Ma il mandato del presidente Samuele Alghisi scadrà a fine mese. A gennaio, con ogni probabilità, si terranno le elezioni per eleggere il nuovo presidente. Il centrodestra parte avvantaggiato. Il 18 dicembre 2021 ottenne 44mila voti ponderati a fronte dei 41.180 del centrosinistra.
«Comunque vada, in consiglio siamo e resteremo 8 a 8, una situazione di stallo - spiega Galperti -. Bene ha fatto il consigliere delegato Marco Apostoli a cercare la condivisione con il centrodestra sul tema dell’acqua. Credo che il tema delle larghe intese vada applicato anche ad altre partite complesse, dove bisogna condividere le scelte e poi decidere insieme all’assemblea dei sindaci». L’assetto dell’ente Provincia non aiuta, con votazioni sfasate tra consiglio e presidente («è la quarta votazione in 5 anni», ricorda Galperti). Ma questo è.
Che fare, dunque? «Serve un patto di responsabiltà territoriale, una condivisione ampia per risolvere alcuni nodi infrastrutturali, ambientali e trasportistici». Quali? L’elenco è lungo. Galperti cita l’aeroporto di Montichiari («lo vogliamo sviluppare o no?»), i cronici problemi del trasporto pubblico, il progetti di prolungamenti della metropolitana verso la Val Trompia e il Garda, il completamento della corda molle e la strozzatura della tangenziale a Rezzato, le grandi bonifiche («il problema Caffaro riguarda anche Passirano e Castegnato»), gli impianti per la gestione dei rifiuti. Tutte questioni che andrebbero «condivise». Servirebbe una «tregua dalle beghe politiche» per portare avanti i «progetti utili per le nostre comunità in questi tempi difficili».
Strategia
«Qualche interlocuzione è stata avviata. Ricordo che a Bergamo il presidente della Provincia è sostenuto da Pd, Lega e Civici. Nelle Comunità montane, a partire dalla Valsabbia, ci sono intese bipartisan. È così che si governa negli enti di secondo livello. Credo che dovremmo almeno iniziare a ragionarne anche in Broletto». E se non accadrà? «Se ci saranno due candidati, di centrodestra e centrosinistra, valuteremo i programmi - spiega Galperti -. Nel dicembre 2021 abbiamo firmato un accordo con il centrosinistra, per consentire ad Alghisi di ultimare il mandato. Rispetteremo fino alla fine quell’accordo. Ma poi ci teniamo le mani libere. Come terzo polo potremmo anche presentare un nostro candidato...».
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