«Vorrei dare un nome e un volto al mio angelo custode»

Un anno fa Ilaria Moretti ha subito il trapianto dei polmoni. Oggi cerca la famiglia del donatore
"CHI E' IL MIO ANGELO CUSTODE?"
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«Da un anno ormai il mio angelo custode non ce l’ho più accanto, ma dentro. Mi piacerebbe conoscere chi mi ha donato una seconda vita».

Ilaria oggi sta bene ed è pronta a settembre a ricominciare a danzare. È una campionessa di ballo: otto medaglie d’oro ai campionati regionali nel 2013, all’età di tredici anni, vincitrice di almeno due concorsi internazionali di danza moderna. Questo fino al giorno della caduta, in camera da letto, che le è costata, circa un anno e mezzo fa, la rottura di tre costole e la perforazione di un polmone. E dire che i polmoni sono sempre stati il suo punto debole. «Fin da bambina - racconta mamma Laura - Ilaria ha sofferto per problemi di natura polmonare. Quell’incidente è stato il colpo di grazia».

Dal giorno della caduta Ilaria è costretta a smettere di ballare, mentre i medici tentano in ogni modo di salvarle l’organo, che, però, non si ristabilisce appieno. L’alternativa ad una vita segnata dalle sofferenze e soprattutto, dalla rinuncia alla danza è il trapianto, che Ilaria, anche contro il volere della mamma, accetta senza indugio. «Sono entrata in lista d’attesa il 7 aprile del 2017 - ricorda - e solo dopo cinque mesi, il 28 agosto, mi hanno chiamata».

Ricoverata al Policlinico di Milano Ilaria il giorno dopo viene sottoposta ad un’operazione che dura dodici ore. Avrebbe dovuto trascorrere tre giorni in coma farmacologico, ma dopo solo otto ore dall’operazione è vigile e sorridente. La riabilitazione non è facile: dopo un mese in ospedale Ilaria torna a casa, ma per i primi sei mesi non può frequentare luoghi affollati. Ancora oggi nei centri commerciali utilizza una mascherina per proteggere le vie respiratorie.

Si sente fortunata Ilaria. Succede di rado, soprattutto nei trapianti pediatrici, di riuscire a trovare così presto un donatore compatibile. Una fortuna, la sua, che è costata però tanto dolore a qualcun altro. All’altro capo di questa storia c’è infatti una famiglia che ha perso un ragazzino, quell’angelo custode, come lo chiama Ilaria, che oggi dimora in lei. «Vorrei poter ringraziare personalmente i familiari del bimbo che mi ha restituito il sorriso - insiste -. È un desiderio che mi porto dentro da tempo e oggi che ricomincio a vivere appieno vorrei poter incontrare chi ha reso possibile tutto questo».

Un desiderio condiviso dalla famiglia, dalla mamma, da papà Giovanni, da Erika e Gabriele, tutti impegnati a sensibilizzare sul senso della donazione. «Il 29 agosto festeggeremo il secondo compleanno di Ilaria - conclude mamma Laura - e sarà così per sempre. Due compleanni all’anno perchè da quel giorno mia figlia ha ricominciato a vivere. Grazie al suo angelo custode».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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