Volti e voci dei carabinieri di Brescia per i 208 anni dell’Arma

Donne e uomini della Benemerita raccontano un anno di interventi e vicinanza al territorio
208 ANNI PER I CARABINIERI
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Tra qualche ora il comandante provinciale dell’Arma aprirà le porte della caserma di Tebaldo Brusato vestita a festa per illustrare il lavoro dei carabinieri a Brescia negli ultimi 12 mesi, spiegherà dove le investigazioni sono state incisive e dove si deve ancora lavorare. Ma per i bresciani sono i volti, le storie e le emozioni vissute dai carabinieri con la gente e per la gente, i veri dati significativi.

Una delle immagini simbolo è quella rimbalzata in tutta Italia dopo l’arresto di una educatrice per maltrattamenti su una bimba disabile di sei anni: i carabinieri irrompono in classe e la piccola si aggrappa al maresciallo Antonio Milo. «Vedevamo in diretta le immagini dall’aula, eravamo pronti ad intervenire. Purtroppo dopo pochissimo è stato chiaro quello che succedeva».

Magistrato e colleghi hanno dato il via libera e proprio Milo è stato il primo ad avvicinarsi alla bambina: «Volevo che fosse in salvo, ho sentito che si aggrappava a me e quell’abbraccio è stato un istinto naturale, una emozione che mi accompagnerà sempre».

Parla di giovanissimi anche il capitano Filiberto Rosano che comanda la Compagnia di Breno e «dopo aver saputo di tensioni tra i ragazzini nelle piazze abbiamo organizzato alcuni incontri nelle scuole. Abbiamo notato delle ragazze particolarmente in disparte. Dopo qualche settimana le ho ritrovate in caserma, a raccontare quello che stavano vivendo e non avevano avuto il coraggio di tirare fuori, lo considero un successo».

Nello stesso territorio Devis Kasswalder, maresciallo del radiomobile, ha condotto un progetto sperimentale nelle scuole materne: «È andato oltre le aspettative e ora abbiamno richieste per tutto giugno».

Danilo Padovano e Stefano Villotta comandano rispettivamente le stazioni di San Zeno e Nave e fanno della prossimità il proprio punto di forza. «Alcuni anziani del nostro territorio erano finiti nel mirino di truffatori senza scrupoli ma dai paesi ci sono arrivate le segnalazioni giuste che ci hanno permesso di chiudere rapidamente un’attività che ha portato a quattro arresti» racconta Padovano mentre Villotta racconta che «la nostra caserma è un punto di riferimento del territorio, condividiamo problematiche e sosteniamo iniziative».

A Pontevico il maresciallo Katia Sgarbossa racconta il suo lavoro in un episodio: «Una donna straniera vittima di maltrattamenti in casa, che non parla italiano e non ha nessuno vicino, durante un’aggressione è fuggita e si è rivolta alla caserma, l’unico posto in cui si è sentita sicura e come lei altre donne in difficoltà». Tra le testimonianze anche quelle della ragazza alla prima destinazione e dell’appuntato che ha alle spalle 35 anni di pattuglia o l’operatore della Centrale: ognuno racconta la «sua» Brescia.

Oggi il comando provinciale ha organizzato una mostra di mezzi in piazza Loggia mentre domani è previsto il discorso ufficiale del comandante provinciale con la consegna delle onorificienze ai militari che si sono distinti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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