Vittoria Alata, al via i restauri sotto gli occhi dei visitatori

La statua simbolo della Leonessa passata alla lente dagli esperti che la restaureranno... sotto gli occhi dei visitatori
VITTORIA ALATA, AL VIA I RESTAURI
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La Vittoria Alata si prepara a vivere un nuovo splendore, anche grazie all’Art Bonus, con cui privati hanno già donato 600mila euro degli 850mila stimati per l’intervento completo, che riconsegnerà a Brescia uno dei simboli del suo patrimonio culturale.

Le prime attività sono iniziate in questi giorni: analisi preliminari condotte da archeologi, chimici e climatologi dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, anche se per l’avvio del restauro vero e proprio bisognerà attendere l’autunno. 

«Lo stato di conservazione appare buono nel complesso - fa sapere Anna Patera, archeologa dell'Opificio delle Pietre Dure -, dalle analisi condotte non registriamo corrosione». 

  • I restauri della Vittoria Alata
    I restauri della Vittoria Alata
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  • I restauri della Vittoria Alata
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Un lavoro che rappresenta un’eccezionale occasione di studio e di ricerca e che nelle intenzioni dovrebbe essere condotto, fin quando possibile, sotto gli occhi dei visitatori del Museo di Santa Giulia, senza spostare la statua dalla sua collocazione attuale.

«Costituisce un'occasione di arricchimento per noi e per il pubblico, che potrà così seguire lo stato di avanzamento dei restauri» sottolinea Francesca Morandini, responsabile servizio collezioni e aree archeologiche del Comune di Brescia.

E se per il futuro della statua si sta valutando anche un trasferimento nel Capitolium, dove era stata ritrovata, grandi sono le aspettative riposte nelle diverse fasi di restauro per poter collocare nel tempo e nello spazio la sua origine. La Vittoria Alata infatti, che si fa risalire all’età Giulio-Claudia pur rifacendosi a modelli ellenistici, fin dalla sua scoperta ha diviso il mondo degli archeologi e degli storici dell’arte.

«Ci auguriamo che le terre di fusione all’interno della statua ci offrano spunti per la datazione e la provenienza della statua», forse dell'Italia settentrionale se non addirittura di provenienza greca. 

 

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