Vitale (Centrosinistra): «Famiglie in difficoltà, la politica non lasci indietro nessuno»

Sindaca di Rodengo Saiano, esponente dell’anima interna al Pd che fa riferimento ad Articolo Uno, lunga esperienza come dirigente scolastico
Rosa Vitale - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Lei è candidata al Senato per il centrosinistra nella lista «Pd - Italia democratica e progressista. Il collegio uninominale Brescia - Tre Valli è molto ampio. Che impegno assume davanti a questo territorio?

Sono sindaco a Rodengo Saiano, e da primo cittadino ho potuto toccare con mano i problemi delle famiglie, in particolare a seguito della pandemia e della crisi energetica e le difficoltà dei Comuni a rispondere a queste esigenze. È innanzitutto indispensabile varare un piano di finanziamento destinato ai Comuni perché possano mettere in campo i servizi di prossimità a partire dai quelli educativi e all’infanzia. E questo anche per superare e arginare la povertà educativa. Siamo carenti rispetto agli obiettivi stabiliti a Lisbona che erano di portare la frequentazione dei nidi al 33%. In Italia siamo al 22%. Inoltre bisogna lavorare sulle mense per garantire accessibilità a tutti, in particolare le fasce più deboli e fragili. Altro servizio importante è quello delle Case di comunità, le nuove strutture socio - assistenziali che entreranno a far parte del Servizio sanitario regionale. La nuova legge della Lombardia le finanzia ma c’è carenza di personale, anche medico. La medicina di prossimità permette di fare prevenzione, fondamentale ma oggi carente. Sono tutte voci che vanno finanziate con la fiscalità universale e progressiva. Bisogna tassare altri redditi e non solo quelli da lavoro o da pensione.

Su quali priorità impostare la campagna elettorale?

Vengo dal mondo della scuola. Per quanto mi riguarda le priorità sono dunque lo sviluppo della società della conoscenza (che è uno dei motori della crescita del Paese) e l’attenzione ai giovani. Le giovani generazioni oggi non vedono purtroppo prospettive. Bisogna fare rete fra istituzioni, scuole e associazioni del terzo settore. I Patti di comunità, un nuovo modo di operare che vede nel territorio una comunità protagonista della propria rinascita, con diverse realtà in grado di operare sinergicamente per creare un’alleanza educativa, civile e sociale, diventano fondamentali per crescere. Puntiamo ad una società inclusiva dove i diritti, nessuno escluso, siano salvaguardati.

Una buona fetta dell’elettorato non sa ancora per chi votare. Come poter convincere questi elettori?

Innanzitutto con il dialogo. Penso che in questa campagna elettorale fondamentale sia il contatto diretto con le persone, incontrandole nei luoghi dove la gente si ritrova, ad esempio nei mercati. E parlare dei loro problemi che oggi sono, tra gli altri, le bollette e il lavoro precario. Ascoltare le persone e mostrar loro che c’è una prospettiva futura possibile.

Su crisi energetica e bollette, quale deve essere il primo intervento?

Il primo intervento deve essere sicuramente il tetto al prezzo del gas. Se non lo otteniamo a livello europeo dobbiamo lavorare affinché ci sia a livello nazionale. Bisogna assolutamente alleggerire le bollette. Nel nostro programma si parla anche di un contratto sociale unico, con un prezzo unico dell’energia e agganciato alle rinnovabili sulle quali è indispensabile investire. Devono essere incrementate. Una strada da percorrere, ad esempio è quella delle Comunità energetiche.

Quale secondo lei il voto utile?

Il voto utile è quello all’area democratica e progressista. È l’unica con la forza di opporsi alla destra che vuole cambiare la Costituzione, mettendo in pericolo i valori della democrazia. Auspico che dopo il voto il fronte dell’alleanza si allarghi. Noi di Articolo Uno avevamo lanciato il Campo progressista, che andrebbe rilanciato anche dopo il voto. Pure tra i Cinque stelle, ad esempio, c’è una componente che guarda al campo progressista. Ma ovviamente noi ci rivolgiamo a tutti coloro che puntano lo sguardo verso l’orizzonte del campo progressista.

Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha dichiarato: «Draghi ci sarà anche dopo il 25 settembre».

Draghi ha fatto sicuramente un ottimo lavoro e non da solo perché è stato supportato. Pd e Articolo Uno hanno sempre fatto la loro parte nei mesi della legislatura a guida esecutivo Draghi. Innanzitutto bisognerà capire cosa vuole fare Draghi. Ma una cosa è chiara: il presidente del Consiglio deve uscire nel dopo elezioni e con l’incarico del presidente della Repubblica. Così dice la Costituzione.

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