Vita da ciclista: se la pista è un rischio

Tante le zone a rischio per chi viaggia in bicicletta: la mappa dei punti più pericolosi
CICLABILI, MA NON SEMPRE SICURE
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Stare attenti alle auto, litigare con gli attraversamenti pericolosi, schivare i pericoli improvvisiÈ prudenza la parola d’ordine per quanti si avventurano in bicicletta lungo le piste ciclabili di città e provincia. Sebbene negli ultimi anni siano cresciuti i fondi messi a disposizione per l’allargamento, la pulizia e la messa in sicurezza dei tracciati, i dati relativi all’incidentalità evidenziano una serie di punti critici. Confermati da quanti percorrono le ciclabili del Bresciano, classificate in base alla loro pericolosità secondo lo studio elaborato dalla Provincia.

Tra le più pericolose ci sono la ciclabile del Mella, la tratta tra Iseo e Clusane e la Triumplina all'altezza di Concesio. Tra i punti più critici anche il tratto finale della ciclabile Brescia-Paratico, seguito da quello compreso tra Rovato e Coccaglio. Ad alta pericolosità sono poi gli attraversamenti dei principali centri abitati lungo la Gavardina. In Valtrompia Nave, Concesio e Gardone sono le zone con la più alta concentrazione di incidenti che hanno coinvolto ciclisti. Nella Bassa bresciana la maglia nera va invece alle uscite dai centri abitati di Gottolengo, Isorella e Pontevico.

In provincia dal 2000 al 2015 sono morti in media 10 ciclisti ogni anno. Numeri che risentono anche dell’abitudine di tanti amanti della bicicletta a preferire le strade alle piste ciclabili. Una scelta che a volte risente degli errori di progettazione o realizzazione dei tracciati. È il caso di via Flero, dove il fondo della pista che corre in direzione sud è stato realizzato in ghiaia e marmo. E non di rado le ruote affondano o si bucano. Così i ciclisti preferiscono l’altro lato della carreggiata, seppur più pericoloso.

La rete è vasta e le risorse sono esigue, ma gli inteventi in programma non mancano: per il Broletto la priorità va data alla messa in sicurezza, in città si prevede invece un ampliamento della rete grazie ad un finanziamento regionale da un milione di euro.

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