Vipere, vespe & co.: come difendersi dai «morsi» della natura

Consigli utili per chi trascorre le vacanze all'aria aperta o al mare e può trovarsi a contatto con animali velenosi
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Cosa fare se si incontra una vipera? Se si viene punti da un'ape o sfiorati da una medusa? Ecco alcuni consigli utili per chi trascorre le vacanze immerso nella natura, dalla montagna al mare.

Morso di vipera: cosa fare. Per prevenire il morso si consiglia di indossare scarpe alla caviglia, calzettoni spessi e pantaloni lunghi; battere a terra con bastoni, soprattutto se l’erba è alta; evitare di sedersi sulle pietraie e controllare il suolo prima di sedersi sul prato; chiudere le borse e non abbandonare indumenti sul prato; fare attenzione a a dove si mettono le mani quando si va a funghi. Se, malgrado le precauzioni, si viene morsi, bisogna mantenere la calma per non favorire la diffusione del veleno nell’organismo; se possibile, bagnare la ferita con acqua fresca e recarsi subito all’ospedale più vicino.

Cosa non fare: iniettare il siero antivipera può essere pericoloso perché può scatenare una reazione anafilattica. Pertanto è opportuno che tale rimedio venga utilizzato da mani esperte, in ospedale. Per non far diffondere il veleno nel corpo, è meglio non effettuare incisioni «fai-da-te» e non usare dispositivi anti-veleno se non si è esperti.

Nel corso della vita, nove italiani su dieci vengono poi punti da un’ape, da una vespa o da un calabrone. Fino all’8% di questi può sviluppare una reazione allergica che può avere come conseguenza una reazione locale importante. Nella maggior parte dei casi, le reazioni dopo una puntura sono arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio e dolore che si risolvono al massimo in una decina di giorni; ma anche febbre e malessere che scompaiono in fretta: è sufficiente una pomata antistaminica. 

Altro discorso per le punture che causano anafilassi, ovvero grave reazione allergica che può avere anche esito fatale. Si manifestano con un importante quadro cardiovascolare (sincope, ipotensione e collasso), con disturbi respiratori (fischi e sibili all’ascoltazione toracica, stridore della laringe) e, anche se più raramente, coliche addominali e diarrea. In questi casi, è fondamentale un immediato intervento terapeutico: somministrazione di adrenalina (esiste anche la forma autoiniettabile, presidio salvavita), ma anche ossigeno e fluidi per via endovenosa.

Punture di meduse. Provocano dolore bruciante e prurito intenso, ma non sono un pericolo per la vita. Sulla pelle resta una zona eritematosa ed edematosa con possibile formazione di una bolla. È necessario disinfettare con acqua di mare e poi con bicarbonato, medicando con un gel a base di cloruro d’ alluminio. Non usare ammoniaca, limone, aceto, o alcol; non strofinare o grattare perché si corre il rischio di mandare in circolo le tossine rilasciate; non usare pinzette per rimuovere eventuali frammenti di tentacoli perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine; non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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