Violenza sulle donne, c'è più consapevolezza ma resta ancora tanto da fare

Centro antiviolenza Butterfly: «Non offriamo solo assistenza psicologica e legale, ma anche accompagnamento all'autonomia»
VIOLENZA, DONNE PIU' CONSAPEVOLI
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Più consapevolezza. È questa la buona notizia di cui fare tesoro, in occasione di questo 8 marzo, in cui come ogni anno si celebra la Giornata internazionale della donna. Secondo Daniela Leviani, tra le fondatrici della cooperativa bresciana Butterfly intervistata da Clara Piantoni per il tg di Teletutto, qualche passo avanti è stato fatto. In termini, appunto, di consapevolezza. E non è certo un traguardo da poco, nonostante la strada da fare resti ancora lunga e in salita.

Eppure, come testimoniano dall’associazione - che fa parte anche della rete antiviolenza di Brescia e gestisce un centro di accoglienza per le vittime in via Bonsignori e quattro case rifugio per donne e minori - di passi in avanti negli ultimi anni ne sono stati fatti. «Più informazione e più richieste di aiuto - conferma Leviani -. È importante far sapere che il percorso di affrancamento dalla violenza è a 360 gradi: non si tratta solo assistenza psicologica e legale, ma anche di accompagnamento all'autonomia della donna».

La violenza ha più facce

È questo il motivo che sprona Butterfly e tutte le altre associazioni antiviolenza a lavorare sempre di più sulla rete casa-lavoro e sulla sensibilizzazione delle donne, affinché sappiano riconoscere le tante forme di violenza. Oltre a quella fisica, infatti, le vittime sanno riconoscere - sempre di più - la violenza psicologica, economica, quella subita dai figli. Come spiega la psicologa Alessandra Viviani, tra le voci del podcast «Mi chiamava amore» del GdB a cura di Laura Fasani, riconoscere la violenza psicologica non è facile, «trova il suo terreno negli stereotipi di genere e può avvenire in qualsiasi contesto. Non c’è un prototipo di donna che subisce violenza: siamo tutte potenzialmente a rischio».

Nei primi due mesi di quest'anno le richieste di aiuto al numero attivo h24 sono cresciute del 50% rispetto al 2022. Una trentina i nuovi contatti e 15 le donne prese in carico da Butterfly. Se il centro antiviolenza fornisce anche risposte «in emergenza» a chi ha subito maltrattamenti e abusi, è però la promozione di una corretta cultura del rapporto tra i generi l'ambito prevalente di intervento della cooperativa.

Un lavoro non facile e da non dare per scontato, che parte dalle scuole e mira a contrastare gli stereotipi di genere che ancora pervadono le nostre comunità. Le reazioni dei più giovani però infondono un cauto ottimismo. «Sono più sensibili - racconta Leviani -, riconoscono la violenza nelle forme a loro più vicine. Sono più consapevoli, anche rispetto ai pericoli sui social nerwork e del cyberbullismo».

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