Vince il concorso, la cattedra arriva 24 anni dopo
La storia di un bresciano, oggi 58enne, che vinse il concorso ordinario nel 1990. Ed a cui la cattedra è stata assegnata solo adesso
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Una cattedra che si fa attendere quasi un quarto di secolo. E una storia che ha del paradossale. Perché tra la vincita del concorso e la telefonata dell’Ufficio scolastico territoriale sono passati 24 anni.
È la storia di un bresciano oggi cinquattottenne: prima, a lungo, professore per passione; poi assicuratore per necessità.
La passione per l’insegnamento nasce da quella per la musica: Giovanni è diplomato al Conservatorio, in Pianoforte e in Musica corale e Direzione di coro. Inizia a fare supplenze nel 1976, a nemmeno vent’anni. Abita in città, e gira per tutta la provincia.
Nel ’90, si presenta l’occasione del concorso ordinario. Giovanni partecipa per la classe A032, Educazione musicale. Vince. Glielo comunicano, ma - soddisfazione a parte - la cosa finisce lì: il posto non c’è. Avanti con le supplenze. Lui, però, ha anche una famiglia da mantenere, con tre figli. E allora comincia ad alternare l’insegnamento ad altre attività.
Nel 1998 s’inserisce nel settore delle assicurazioni, ma nemmeno allora molla la scuola, che resta il suo sogno. Così, quando le supplenze di educazione musicale vengono meno, accetta di dedicarsi al sostegno di alunni disabili. Fino al 2004, quando il lavoro nelle assicurazioni diventa a tempo pieno. Chiuso, addio scuola.
E invece no. Dieci anni dopo, pochi giorni fa, Giovanni riceve una telefonata da via Sant’Antonio. È l’Ust, che all’epoca del concorso del ’90 si chiamava ancora Provveditorato agli studi: lo invita ad andare a firmare perché gli è stato assegnato un posto di ruolo a partire dal 1° settembre di quest’anno, anche se potrà prendere servizio dal 1° settembre del 2015.
Giovanni va a firmare (e con lui altre persone, «tutte di una certa età», racconta). «Sono molto indeciso - confessa -. Però ho tempo per fare la mia scelta, anche valutando la disponibilità dei posti, che dovrebbe essere resa nota tra gennaio e febbraio».
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