Villa Torreggiani ospedale per ufficiali: una targa lo ricorda

Una foto dell’Ottocento ha consentito di scoprirlo. La cerimonia di tributo alle vittime a Rezzato
Lo scatto dei feriti di Solferino che passano da Virle - © www.giornaledibrescia.it
Lo scatto dei feriti di Solferino che passano da Virle - © www.giornaledibrescia.it
AA

È molto più di una targa commemorativa quella inaugurata a Villa Treponti Torreggiani nella frazione rezzatese di Virle. È un tributo ai feriti nelle battaglie di Treponti e di Solferino e San Martino, che hanno contribuito a fare il Risorgimento italiano. Si è infatti scoperto che quella grande villa presente in una fotografia datata 26 giugno 1859, rinvenuta casualmente in un archivio storico parigino e scattata dal fotografo ufficiale di Napoleone III, era la Villa di Treponti all’epoca trasformata in un ospedale da campo, nel quale vennero ospitati alti ufficiali francesi e italiani. Nello scatto si vedono file interminabili di carri carichi di feriti e morti, che stanno per essere trasportati verso Brescia a seguito della battaglia di Solferino e San Martino avvenuta pochi giorni prima.

Un documento che ha spinto lo storico Gianluigi Valotti, referente per la Lombardia di «Souvenir francaise», l’associazione transalpina che si occupa della conservazione di monumenti e memorie di guerra, oltre che responsabile dell’associazione «Incontri culturali franco italiani di Brescia e provincia», ad una ricerca approfondita.

Storia. Con lui Marco Facchetti, referente del museo Rocca d’Anfo, e Michele Torreggiani, gestore della villa, hanno ricostruito la storia del luogo, che ha portato alla decisione di riconoscerne l’importanza. Sulla targa marmorea, la prima posta in un edificio storico dall’associazione «Incontri culturali franco italiani», come specifica il promotore Marco Baratto, poche parole: «Qui furono ricoverati migliaia di feriti delle battaglie» scritta in tre lingue (italiano, francese e tedesco) a memoria di migliaia di feriti fra i quali alti ufficiali francesi e italiani, che furono curati e in parte salvati. Una scia di sangue e sofferenza - ha sottolineato il sindaco Giovanni Ventura nel suo intervento - che ricorda un passaggio fondamentale del percorso risorgimentale e incrocia una pagina di storia locale. Non solo: questa idea di organizzare il soccorso sarà successivamente alla base della fondazione della Croce Rossa». La cerimonia di inaugurazione si è tenuta ieri. Presenti anche i sindaci di Botticino e Serle, il vicesindaco di Nuvolera con due assessori di Mazzano e Castenedolo. Le note della banda di Rezzato hanno sottolineato i momenti salienti della commemorazione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato