Vigili del fuoco, addio a San Polo

Chiusa dal 1° gennaio il presidio dei Vigili del fuoco ospitato gratuitamente a San Polo dalla Croce Bianca
VIGILI DEL FUOCO: ADDIO A SAN POLO
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L’anno inizia con roghi in mezza provincia e per i Vigili del fuoco è subito superlavoro. Eppure il 2016 ha già riservato loro una doccia gelata: la partenza di San Polo, fino al 31 dicembre ospitata gratuitamente nella sede di via Maggia della Croce Bianca, è stata soppressa per decisione del Comando.

La causa? Assenza dei fondi per pagare il personale, sino a giovedì scorso garantiti dalle risorse inviate per le accresciute esigenze di Expo. La soppressione di un presidio da 800 interventi l’anno che garantiva rapidità di intervento per la zona sud della città e un’ampia fetta di Bassa (con una riduzione dei tempi da 10 a 20 minuti) costituisce un vulnus contro il quale si era levata la voce anche dei parlamentari bresciani. Invece, niente da fare. E pace per la sicurezza dei bresciani.

Ora si spera per il futuro prossimo nella riattivazione con il dislocamento – garantito dalla Direzione regionale – dei container in cui era alloggiato il distaccamento dei pompieri di Expo 2015. Il progetto già c’è con la Croce Bianca in prima fila che ha già messo  a disposizione un’area e i propri progettisti per accogliere la struttura. Tanto più perciò ha destato sorpresa il fatto che la chiusura della partenza di San Polo non sia neppure stata comunicata dal Comando.

Nessuna sorpresa ma profonda amarezza manifesta invece l’Usb, sindacato dei pompieri che ha dichiarato lo stato di agitazione a livello regionale.  «Quello di S. Polo - per il segretario Matteo Angeletti - è un presidio chiave per la sicurezza dei bresciani. Confidavamo nel comando e nella direzione regionale perché restasse. Una città come Brescia non può non avere almeno tre "partenze" di vigili professionisti, con oltre 40 aziende a rischio rilevante e un metrò. Invece dal 1° gennaio la zona sud e parte della Bassa riceveranno il soccorso con un ritardo dai 10 ai 20 minuti».

Ma le criticità non si fermano qui: mancano all'appello anche due autopompe per sostituire quelle vecchie e cariche di chilometri. E risorse per rimettere in sesto mezzi ora fermi: è il caso della barca da soccorso (da 150mila euro) ferma da mesi per la mancanza di soli 1.500 euro necessari a dare una mano di vernice nautica. Comando e Direzione regionale avevano promesso ai parlamentari giunti in visita in via Scuole che si sarebbe provveduto in breve. Sono passati mesi, e nulla è mutato.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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