Vietato rotolarsi per terra e mangiare l'insalata

Il 26 aprile 1986 esplode un reattore a Chernobyl: fra divieti e speculazioni anche a Brescia è psicosi
La centrale nucleare di Chernobyl - © www.giornaledibrescia.it
La centrale nucleare di Chernobyl - © www.giornaledibrescia.it
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Niente rotoloni nell’erba o nelle pozzanghere per i bambini sotto i dieci anni, comunica la Regione Lombardia. Meglio evitare il contatto con la terra, che rivela una radioattività più alta del normale.
 
Divieto di vendere cavoli, cicoria, radicchio, insalatine, carciofi, asparagi e rape. Si possono invece comperare piantine da orto (per il trapianto e non per il consumo) e poi aglio, carote, cetrioli, cipolle, fagiolini, patate, zucchine, prezzemolo, sedano, angurie, meloni, banane, barbabietole, salvia e rosmarino. Niente latte fresco.
 
Sono gli effetti della nube radioattiva di Chernobyl: misure cautelative, sulla cui utilità si dividono anche gli esperti. Ma basta l’allarme per creare nei cittadini la psicosi da nanocurie provenienti dall’Ucraina.
 
È il 26 aprile 1986 quando un esperimento non autorizzato e l’inosservanza delle norme di sicurezza fanno esplodere uno dei quattro reattori della vecchia centrale di Chernobyl. Dall’impianto si alza una nube venefica, che in pochi giorni copre l’Europa.
 
Per due giorni l’Unione Sovietica tiene nascosto l’incidente, ma quando nei Paesi Scandinavi il livello di radioattività si alza improvvisamente, non può più tacere. La tragedia viene minimizzata, infine comunicata nelle sue drammatiche proporzioni.
 
Incalcolabile il numero delle vittime: nel senso che ancora - nei dintorni della centrale - si muore di cancro. Ai primi di maggio, dunque, l’sos arriva in Italia. Siamo del tutto impreparati. Ordinanze e divieti si susseguono, talvolta senza senso oppure contraddittori.
 
I prezzi della verdura e della frutta si impennano. Ad esempio, a Brescia prima con mille lire si comperavano tre chili di patate, adesso solo uno. Anche i pomodori salgono alle stelle. Senza ragione, se non l’intento speculativo. Il latte della nostra Centrale, prelevato in stalle controllate, può tornare nei negozi il 7 maggio. Pochi giorni dopo l’allarme rientra ovunque.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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