Viale Piave, il Tar boccia la moschea

Respinto dal tribunale amministrativo il ricorso dell'associazione islamica contro la chiusura decisa dalla Loggia.
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La moschea di viale Piave non può essere tale. A sancirlo il Tar di Brescia, che lunedì ha respinto in via definitiva il ricorso presentato dall'associazione Centro Islamico Minhaj Ul Quaran contro l'inagibilità della moschea decisa dal Comune. Nei mesi scorsi il Consiglio di Stato aveva accolto l'appello e l'istanza cautelare presentata dalla stessa associazione, sospendendo temporaneamente la dichiarazione di inagibilità e rimandando gli atti al Tar di Brescia con l'invito a determinarsi in maniera definitiva. I giudici di via Zima hanno stabilito che i locali dovranno essere sfruttati secondo la destinazione d'uso prevista (ufficio) e non per riunioni di carattere religioso. Soddisfazione esprimono il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Fabio Rolfi, e l'assessore all'Urbanistica Paola Vilardi «per una sentenza che di fatto favorisce i residenti del quartiere di viale Piave per i quali, con riunioni di 150 persone in ambienti di 170 mq, la situazione era davvero insostenibile». «La linea dell'Amministrazione - si legge in una nota - resta quella espressa nel Pgt: la libertà di culto islamico è sufficientemente garantita da due centri culturali. Nella nostra città dunque non sorgeranno altre moschee».

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