Via Veneto, oltre mille firme per sospendere il progetto
Chiedono di sospendere l’iter di realizzazione del progetto di riqualificazione e avviare un ampio confronto con i cittadini per il ridisegno del quartiere. Senza dimenticare i ristori per i commercianti della zona: «I pochi spiccioli che hanno stanziato non bastano».
Massimo Frigerio e Federica Odeschini, rispettivamente presidente dell’Associazione residenti di via Veneto e vie limitrofe il primo, e membro dell’Associazione commercianti, artigiani e professionisti della stessa zona la seconda, hanno depositato ieri all’ufficio Protocollo del Comune di Brescia una petizione «sottoscritta da oltre 1.100 residenti», per chiedere lo stralcio del progetto di riqualificazione del quartiere di Sant’Eustacchio approvato lo scorso 24 aprile dalla Giunta comunale.
I motivi
Tra le ragioni principali c’è il metodo adottato: non negano gli incontri con l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni, che ci sono stati, così come c’è stata un’assemblea pubblica, ma, sostengono i residenti, «nessuna delle nostre osservazioni è stata accolta. Registriamo - spiega Frigerio - l’assenza di una reale partecipazione. Inoltre ci era stata promessa la convocazione di un’assemblea pubblica prima dell’approvazione del progetto definitivo. Che non c’è stata».
Nella petizione i residenti contestano la mancata restituzione di valutazioni tecniche sulle «numerose osservazioni» presentate nell’incontro del 24 marzo con l’assessore Manzoni, «mancata restituzione di uno studio d’impatto del progetto sui residenti, sulle attività commerciali e sul rapporto del quartiere con i numerosi centri d’interesse limitrofi: Itis, Cfp Zanardelli, Iveco, Hdemia». Non piace ai firmatari della petizione l’introduzione dei sensi unici nelle vie limitrofe del quartiere perché «creerà un dedalo viabilistico nella zona, con aumento del traffico determinato dalla ricerca del posto auto»; sono convinti che il numero di parcheggi diminuirà di molto in un’area ad alta densità di popolazione.
«Il nuovo layout di via Veneto e l’introduzione dei parcheggi a lisca di pesce, su un lato, e in parallelo sull’altro, nelle vie laterali - sostengono -, provocheranno restrizioni della carreggiata, limitando l’accesso ai mezzi di soccorso e generando code nelle fasi di manovra». Le piste ciclabili, invece, «nel progetto approvato sono individuate troppo a ridosso dei plateatici con rischio per i clienti dei bar e per gli stessi ciclisti».
Ritengono, inoltre, che il ridisegno di via Veneto «sia sovrapponibile al progetto presentato da Legambiente prima dell’avvio della fase “partecipativa”», quest’ultima parola, messa tra virgolette. Infine, le due associazioni giudicano «fuorvianti» gli elementi su cui si basa il progetto: sull’incidentalità «i dati presentati come elevati sono, viceversa, estremamente bassi, inferiori a quelli di altre vie analoghe e il flusso di veicoli attuale è incompatibile con via Veneto post progetto». Quindi, i ristori: «Veniamo da due anni di pandemia - afferma Odeschini - abbiamo sopportato un anno di cantieri di A2A e ora 240 giorni per riqualificare via Veneto? I ristori promessi sono spiccioli».
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