Via Razziche, via l'ordinanza:si può utilizzare l'acqua

In via Razziche si può tornare a bere l’acqua e ad usarla per cucinare: l’ordinanza emessa martedì è stata revocata.
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In via Razziche si può tornare a bere l’acqua e ad usarla per cucinare. L’ordinanza che chiudeva i rubinetti, emessa martedì dal sindaco Del Bono, è stata revocata in serata, una volta ricevuti gli esiti delle analisi svolte dall’Asl venerdì mattina nelle palazzine del complesso Sei case.
 
Risultati che certificano una presenza di cromo esavalente nei limiti, con il conseguente rientro dell’allarme scattato la scorsa settimana quando un gruppo di residenti diffuse un referto che indicava 65 microgrammi di cromo VI per litro d’acqua. Un livello allarmante, rilevato l’11 marzo, sceso a 7,8 nelle successive analisi fatte sempre dai residenti il 4 aprile. E ora anche per l’Asl tutto è nella norma.
 
Caso chiuso? Non proprio. Perché resta da capire il motivo di quel valore così alto, associato peraltro ad un altro esame con risultati oltre i limiti di 50 microgrammi per litro effettuato a Bovezzo. E’ evidente che il problema del cromo esavalente nella falda bresciana, documentato in maniera puntuale in uno studio dell’Arpa risalente al 2006, non si limita alla sola città. I risultati anomali, o allarmanti, rilevati nelle abitazioni potrebbero essere legati a problemi negli impianti di case e condomini, a pozzi privati non rilevati che influiscono sulla qualità dell’acqua o a campionature fatte in modo scorretto, ma lasciano il dubbio che vi siano picchi di inquinanti che le rilevazioni periodiche di Asl e A2A non segnalano.
 
Il caso di via Razziche, la cui serietà è stata in qualche modo certificata dall’ordinanza del sindaco, potrebbe non essere l’ultimo, visto il proliferare di analisi fatte in casa dai bresciani. Poco convinti dalle rassicurazioni che di volta in volta vengono fornite. E preoccupati, molto preoccupati.
Emanuele Galesi
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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