Via Nicolini: murati gli accessi al capannone sgomberato
Cumuli di spazzatura, escrementi sparsi ovunque, scarpe spaiate, giacigli di fortuna e l’odore penetrante della disperazione umana. In una stanza troneggia ancora il tavolo di legno dell’ex sala riunioni, laconico tra la desolazione delle mattonelle sollevate da chi si è spinto a rubare le parti in rame dei fili elettrici. Oltre un’altra porta c’è il vecchio giaciglio di una senzatetto che la Locale ha scacciato stamattina con il suo gatto.
È questa la scena di un altro, ennesimo sgombero in zona via Milano. Dopo l’ordinanza del 6 giugno, con la quale il sindaco di Brescia, dopo le numerose lamentele delle aziende confinanti per la presenza di soggetti legati allo spaccio di droga, aveva imposto alla società romana proprietaria dei 4mila metri quadrati dello stabile di via Nicolini 7 di provvedere alla pulizia, al ripristino e allo sgombero dell’immobile, stamattina è stata inviata dalla proprietà una squadra di operai con il compito di sigillare gli ingressi, con cemento, mattoni e pannelli d'acciaio per impedire l’accesso di senzatetto e tossico dipendenti.
Sul posto anche gli agenti della Polizia Locale, costretti anche oggi, prima di dare il via ai lavori, a scacciare una mezza dozzina di persone senza fissa dimora che frequentano abitualmente i locali, dove negli scorsi anni trovava posto una rivendita di materiale elettrico.
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