Via libera al gestore unico dell'acqua, ma A2A fa discutere
Un primo passo verso il Gestore unico. L’assemblea dei sindaci bresciani ha approvato il deliberato dell’Ato per la nascita di un gestore provinciale delle acque che sarà misto (pubblico e privato): a favore il 65% corrispondente ad una popolazione di 817.296 bresciani, contrari il 15,5% che corrisponde a 189mila persone e astenuti l’1,83% ovvero 22.983 cittadini. Scongiurato quindi il commissariamento da parte della Regione Lombardia che, in mancanza di un accordo, avrebbe dovuto mettere a gara la gestione dell’intero bacino provinciale.
Ora il deliberato sarà discusso in Consiglio provinciale il 19 ottobre per il via libera del deliberato (che ieri ha ricevuto un parere che è vincolante). Il passaggio successivo è quello della nascita della nuova società pubblica in house entro il 31 dicembre di quest’anni che avrà al suo interno GardaUno, Aob2, Siv, le altre società pubbliche create dai Comuni e la Provincia di Brescia (che già gestisce i servizi per il 53,8% della popolazione). Per quanto riguarda invece A2A (che con Asvt gestisce il restante 46,2%), che essendo una multiutility quotata in borsa non può entrare nella società in house, entrerà in una fase di salvaguardia.
La società pubblica avrà un affidamento del servizio per i prossimi 30 anni e contemporaneamente vi saranno gli adattamenti tariffari per le società private.
Nel corso dell’anno prossimo l’assemblea dei sindaci che ieri hanno eletto presidente, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono e vicepresidente il sindaco di Pisogne, Diego Invernici, dovrà essere riconvocata per stabilire la quota del gestore da mettere in gara per la componente privata della società mista. Ed è qui che l’assemblea anche ieri si è divisa sull’opportunità o meno che la società mista preveda la futura partecipazione di A2A o di chi per essa. Una fetta di sindaci, ricordando il referendum sull’acqua pubblica, ha di fatto chiesto che A2A pubblicizzi il proprio ramo A2A ciclo idrico. Vi è stata poi una componente riferibile in particolare alla Lega Nord che invece ha indicato come un rischio l’ingresso di A2A, anzi si oppone in ogni caso a questa eventualità.
Da parte sua, tuttavia, A2A potrebbe investire 400 milioni di euro nei prossimi quindici anni, mentre la componente pubblica della nuova società investirà una cifra che si aggira attorno a 225 milioni di euro.
In ogni caso secondo la delibera approvata ieri prevede che «la partecipazione del soggetto privato debba essere superiore al 40% del capitale». Ed è questo l’aspetto che preoccupa parte dei sindaci, con il rischio che ovviamente il soggetto privato possa superare addirittura il 50% e come ha dichiarato il sindaco di Roè Volciano, con il rischio che investimenti si ripercuotano sulle tariffe». Il Comune di Brescia sarà l’ago di bilancia in questo delicato iter della società mista , essendo al contempo cliente ma anche azionista per il 25% di A2A. Una condizione che potrebbe incidere non poco.
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