Via delle Sorelle, il cammino (con passaporto) che unisce Brescia e Bergamo

Sono 132 chilometri in sei tappe disegnate da associazione Slow Ride Italy. Ci sarà un passaporto da far timbrare e tenere come ricordo
Camminatori tra i vigneti della Franciacorta
Camminatori tra i vigneti della Franciacorta
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È cultura anche la natura, a maggior ragione in un territorio in cui da secoli l’uomo è intervenuto per modificare, piegando al proprio servizio, boschi e corsi d’acqua, pendii scoscesi e coste. Natura e cultura si intrecciano anche nei progetti in campo per la Capitale 2023, tra l’effimero delle mostre e installazioni e percorsi destinati a durare. Il tutto nel segno della sostenibilità, categoria obbligata nel momento in cui l’emergenza climatica si fa più pressante, e della mobilità dolce riscoperta durante il lockdown per esplorare il territorio vicino a casa.

La Via delle Sorelle

Sarà un lascito di Bergamo Brescia Capitale della Cultura la Via delle Sorelle, percorso «ad andamento lento», da affrontare a piedi, che lungo 132 chilometri e sei tappe disegnate da associazione Slow Ride Italy di Brescia, consentirà non solo di collegare i due capoluoghi, ma di attraversare tratti suggestivi del territorio collinare che saranno punteggiati da installazioni o faranno da sfondo a performance d’arte. Trentaquattro i comuni toccati (oltre a Brescia e Bergamo) sei dei quali saranno riferimenti di tappa, dove i viandanti potranno trovare accoglienza in ostelli o strutture ad hoc. Sarà un «cammino» strutturato secondo precise regole (anche di sostenibilità e accessibilità) insomma, con tanto di passaporto da far timbrare e tenere come ricordo.

Il cammino non è ancora pronto: manca la posa della segnaletica e la creazione di una rete di accoglienza diffusa con B&B, locande, hotel, campeggi, oratori, con tariffe agevolate per il viandante che presenti la credenziale.

Le altre inziative

La natura, e in particolare la montagna, sarà la protagonista della mostra principale della sesta edizione del Brescia Photo Festival dal 24 marzo al 25 giugno al museo di Santa Giulia con la mostra Luce della Montagna, in collaborazione con Skira, a cura di Filippo Maggia. Accanto a grandi maestri come Ansel Adams (con le maestose immagini in bianco e nero dei grandi parchi nazionali americani), Martin Chambi, uno dei primi importanti fotografi indigeni del Sudamerica (si presenta la sua documentazione etnografica e storica delle Ande) e Vittorio Sella (storico fotografo che si concentrò sulle nostre Alpi), sarà esposto il portfolio del tedesco Axel Hütte dedicato alle Alpi e prealpi bresciane, realizzato espressamente per l’appuntamento su commissione di Fondazione Brescia Musei.

In Castello le sculture «animalier» create da Davide Rivalta
In Castello le sculture «animalier» create da Davide Rivalta

Dalle montagne selvagge alla natura «urbana», con la memoria dei bresciani che corre all’antico zoo cittadino smantellato negli anni Ottanta. L’omaggio sarà costituito dall’installazione di Davide Rivalta, dal 19 maggio al 7 gennaio 2024 che porta sul colle Cidneo le sue sculture «animalier»: la natura delle belve selvagge viene addomesticata nel contenitore-giardino, e l’incontro del pubblico con le raffigurazioni degli animali si trasforma in un gioco ricco di sorprese.

Architettura di marmo: al parco delle Cave il padiglione «Stones Venue»
Architettura di marmo: al parco delle Cave il padiglione «Stones Venue»

Natura e cultura si incontrano sul territorio cittadino, nel Parco delle Cave, dove grazie al contributo dei cavatori bresciani e bergamaschi, i designer e architetti Martina Salvaneschi e Nicolò Galeazzi daranno vita ad una Stones Venue, un padiglione in pietra che potrà essere utilizzato come luogo per performance teatrali o concerti, riparo d’ombra, o rappresentare semplicemente un monumento all’operatività dei lavoratori delle cave sulle colline circostanti, visibili dal parco.

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