Verso i saldi: a Brescia ancora negozi vuoti ma il centro prova a resistere

Bianca Terzoni
Tanti esercizi nel centro storico della città sono ancora chiusi, il turismo potrebbe però riportare vitalità
AL VIA I SALDI ESTIVI
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In un centro storico pronto ad accogliere gli imminenti saldi estivi - in programma dal 6 luglio al 3 settembre-, l’eccitazione fa spazio anche ad un po’ di amarezza. Accanto alle vetrine sfavillanti compaiono esercizi completamente vuoti, abbandonati, talvolta con un cartello di Affittasi in primo piano. Confrontando il numero dei negozi aperti e chiusi con quelli contati l’anno scorso, l’andamento è tutto sommato stabile: le chiusure sono diminuite di un’unità. Una situazione che può essere risolta coniugando sia soluzioni mirate, come nuovi accordi con le proprietà immobiliari, sia sfruttando uno dei beni più preziosi per la città: il turismo.  

Percorrendo le principali vie dello shopping, tra corso Palestro, corso Zanardelli e corso Magenta si contano in totale undici vetrine vuote. Tra le vie non va molto meglio: lungo via X Giornate, via Gramsci e via Mazzini sono sette i locali deserti, anonimi tra le vetrine lustrate e pronte alla stagione dei saldi. Anche le piazze non rimangono estranee al fenomeno: in piazza della Loggia e in piazza Paolo VI in totale sono quattro le vetrine vuote. Due sono una di fianco all’altra. Questi ipotetici esercizi commerciali sono vuoti, e con nessuna indicazione presente in vetrina, è difficile immaginare quale sarà il loro destino. 

Secondo i dati raccolti dal Comune di Brescia e dal Duc (Distretto Urbano del Commercio), si parla di un -0,20% di esercizi commerciali tra gli anni 2013-2021, ma un un dato che conferma quanto si può osservare tra le vie. In particolare, il calo delle attività di beni e alimentari è stato compensato da nuovi punti di ristorazione e dall’incremento di strutture ricettive. Rimane il problema di un centro storico sempre più a corto di negozi di prossimità. 

Corso Martiri della Libertà, una delle vie del commercio del centro storico - © www.giornaledibrescia.it
Corso Martiri della Libertà, una delle vie del commercio del centro storico - © www.giornaledibrescia.it

Il commento

«Il primo quadrimestre era partito bene, poi l’allarme dell’inflazione ha raggiunto le famiglie» spiega Carlo Massoletti, presidente di Confcommercio di Brescia. «Quando ha dimostrato che quando il consumatore viene colpito, si ritrae». Ora si guarda alla stagione dei saldi come all’occasione che potrebbe portare un po’ di respiro. «Speriamo in qualche punto percentuale - spiega Massoletti -, il cambio di giunta ha rallentato l'iter delle modifiche che avevamo in previsione di fare, ma il nuovo assessore è al corrente della situazione e siamo pronti per ideare nuove strategie». In ogni caso, i saldi rappresentano «una leva di marketing significativa per il mercato, e il consumatore è sempre più attento a capire dove può trovare la qualità e il giusto assortimento». 

Bisogna tenere a mente che oltre alla quantità, l’offerta è importante perché, se ben strutturata, è in grado di creare meccanismi di fidelizzazione da parte del cliente. Anche il capitolo affitti è fondamentale: «Per ripopolare il centro storico, è necessario stipulare nuovi accordi con le proprietà immobiliari, per garantire degli affitti adeguati - continua Massoletti -, sarebbe l’unica via d’uscita per le grandi vie dello shopping, che partono dalla chiesa di San Francesco e arrivano fino a corso Zanardelli».

Tema centrale è la realizzazione di una proposta commerciale corretta, che garantisca un accesso facilitato anche ai giovani imprenditori, «una cosa che forse in Italia manca». Il popolamento da parte delle grandi catene è inevitabile, ma il rischio è quello di avere punti di vendita tutti uguali. «È normale la loro presenza, ma accanto deve esserci spazio anche per le piccole attività commerciali» conclude Massoletti. Dove mancano infatti, si verifica un decadimento nella frequentazione urbana, che non fa bene alla città. 

Già prima della pandemia forte la concorrenza del commercio online
Già prima della pandemia forte la concorrenza del commercio online

Dalla Loggia

«Dando spazio alle grandi catene e alla ristorazione, ci si è ritrovati pronti per Capitale Cultura, con un centro storico che diventa più vissuto, e di questo potrebbero beneficiare anche le attività artigianali» commenta l’assessore al Turismo e al Commercio Andrea Poli. Si stanno progettando nuove idee, come l’incremento delle consegne a domicilio e l’ampliamento degli orari di apertura dei negozi, come aperture serali o nei giorni festivi, per venire incontro anche ai turisti. «Anche grazie a Capitale Cultura, si è passati da una rete commerciale propria fatta solo di residenti ad una di respiro più internazionale».

A tutto questo si affianca il costante problema dei costi fissi, che non coinvolgono solo l’affitto, ma anche la locazione e il costo del personale. «La questione del mercato immobiliare ha reso difficoltoso l’investimento» prosegue Poli. Va considerato che Brescia ormai è una città policentrica, attrattiva non solo nel centro storico. Una delle soluzioni più efficaci per far fronte al problema, secondo Poli, «è fare del turismo la leva principale. Se queste persone provenienti da fuori vivessero anche il centro storico, arriverebbero con frequenza periodica a diventare parte della clientela dei negozi artigianali in città».  

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