«Vergognoso lasciarci quattro giorni senz’acqua»
Quattro giorni senz’acqua, in un intero condominio nel quale vivono 16 famiglie. Per giorni i residenti, la stragrande maggioranza di nazionalità indiana, sono stati costretti a approvvigionarsi alla fontana del parco Peter Benenson, a 300 metri di distanza, con secchi, bottiglie e contenitori: come negli anni Cinquanta.
La causa non è un guasto alla rete idrica, ma il distacco dell’utenza per morosità di alcuni condòmini. «È già successo quattro volte - racconta Rashid, il portavoce dei residenti di via Milano 148 -, ma questa volta non ci hanno nemmeno avvertito. Hanno direttamente interrotto la fornitura di acqua, anche se qui vivono bambini e persone malate. Dopo essere stata operata al Civile, mia moglie è tornata a casa e non ha trovato l’acqua». Mentre i residenti del condominio protestano, l’interruzione del servizio si è conclusa.
A spiegare cosa è accaduto sono gli attivisti di «Diritti per Tutti»: «Abbiamo chiamato A2A illustrando la situazione e chiedendo l’immediata riattivazione, e alle 19 di venerdì l’acqua è tornata. Questo dimostra che la scelta poteva essere diversa e che le decisioni che sta prendendo A2A sono gravi perché violano i diritti delle persone», affermano Silvio Laffranchi e Mirabela Vintea.
Il casus belli risiederebbe nella prolungata morosità di alcuni condòmini, che si attesta ad oltre 10mila euro di mancati introiti accumulati in circa un decennio. I residenti parlano di 3 o 4 morosi, mentre l’amministratore di condominio fa sapere che si tratta di «un numero ben più alto». A2A fa intanto informa che è stato concordato un piano di rientro. I residenti, quantomeno quelli in regola con i pagamenti, chiedono che ogni famiglia possa avere il proprio contatore, così «da non dover subire un disservizio per responsabilità di altri».
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