Veglia delle palme, «L’Amore ci dà speranza»

In cattedrale il vescovo Tremolada si è rivolto ai giovani all’inizio della Settimana Santa
UNA VEGLIA COLMA D'AMORE
AA

«Ancora è tempo di sapiente allerta e di perseveranza. A voi, cari giovani, è chiesto anzitutto di tenere viva la luce che si intravede in fondo al tunnel della pandemia, perché voi siete i primi annunciatori di un futuro di speranza. Niente è più grande dell’amore. Nulla gli si può paragonare».

  • In Duomo la veglia delle Palme
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Il messaggio del vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, è risuonato ieri in Cattedrale in occasione della Veglia delle Palme. Pochi giovani sono entrati in duomo portando lunghi tralci di palma e un lume che il Vescovo ha posto ai piedi di una grande croce illuminata. Uno scenario con musica e canti nonostante il perdurare della tremenda pandemia che ci ha colpito, vissuto da molti fedeli grazie alla diretta di Teletutto, seguita nelle case e in molte parrocchie. La messa in cattedrale ha aperto le celebrazioni per la Settimana Santa, anche quest’anno particolare. «Sarà una Pasqua che sicuramente non dimenticheremo, perché stiamo soffrendo molto - ha ricordato monsignor Tremolada -. Continuiamo a vedere tanto dolore. Tante persone care ci hanno lasciato. Ma è un dolore che deve trovare la sua collocazione all’interno del mistero pasquale, perché non risulti vano. É un dolore al quale è legata una speranza, che non toglie alla sofferenza tutto il suo peso ma trasforma tutto».

Il presule ha concentrato la meditazione su di un testo particolarmente intenso del Vangelo di Giovanni, un brano che si apre con la metafora suggestiva della vite e dei tralci e che raggiunge il suo vertice nell’invito di Gesù a rimanere nel suo amore. «La comunione vicendevole è la prima forma di testimonianza cristiana - ha sottolineato monsignor Tremolada nell’omelia - e dimostra che la redenzione si è compiuta: "Noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita - scrive l’apostolo Giovanni nella sua prima lettera - perché amiamo i fratelli". Amarsi come fratelli è il segno evidente che è avvenuta una rinascita».

È necessario sfidare il mondo, con i suoi parametri di giudizio, le sue abitudini, le sue convinzioni. Occorre prendere le distanze e contestare apertamente uno stile di vita ormai compromesso, assumendone uno nuovo, decisamente alternativo. «L’amore è grande e rende grandi. Non rende potenti, o famosi, o vincenti - questa la riflessione di monsignor Tremolada per i giovani -. Non riempie la vita di successi e di guadagni, né mai susciterà invidie e gelosie. L’amore rende grandi agli occhi di Dio e delle persone semplici e buone, che riconoscono la verità della vita là dove si manifesta. Amare infatti è smettere di odiare, di invidiare, di ferire». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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