Vaccini agli insegnanti, i richiami al via dal 18 maggio
Dal 18 maggio gli insegnanti e il personale scolastico, ma anche le forze armate, di polizia e del soccorso pubblico che avevano aderito alla campagna vaccinale contro il Covid con il vecchio sistema (attraverso la piattaforma Aria di Regione Lombardia) e che hanno già ricevuto la prima dose, saranno chiamati a sottoporsi al richiamo. Non tuttavia nelle stesse sedi in cui hanno ricevuto la prima, ma nelle cliniche del Gruppo San Donato e in altre strutture in provincia.
La previsione è che entro fine giugno tutti saranno completamente immunizzati.
I loro colleghi che, invece, si sono prenotati con l’attuale sistema (portale delle Poste) devono seguire le indicazioni contenute nell’appuntamento fissato al momento dell’adesione e recarsi negli hub vaccinali riportati (al Centro Fiera di via Caprera per la città).
Cosa si fa in via Morelli. La sede di via Morelli, che ha ricoperto un ruolo fondamentale per tutto il periodo della pandemia, continuerà ad essere aperta anche quando saranno terminati tutti i richiami per le persone anziane. Rimarrà un punto di riferimento vaccinale in caso di necessità e continuerà ad avere al suo interno gli ambulatori Covid ai quali i medici di medicina generale possono inviare i loro assistiti per approfondimenti diagnostici in caso di sospetta infezione. In via Morelli, poi, si effettueranno i pap test, importante esame di screening per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero.
La geografia dei servizi si sta dunque organizzando, come è accaduto la scorsa settimana all’hub Centro Fiera di via Caprera che, con i suoi 15.300 metri quadrati di area, è uno del poli vaccinali più grandi del Paese. Le potenzialità sono quelle di una Ferrari in grado di garantire oltre diecimila vaccinazioni al giorno, anche se, al momento, viaggia al ritmo di una utilitaria, con circa tremila somministrazioni al giorno (dalle 8 alle 20). A fare la differenza è la disponibilità delle dosi dei vaccini che, al momento, non sono ancora state consegnate in misura tale da rappresentare una vera e propria svolta. La campagna vaccinale, tuttavia, prosegue comunque a ritmi sostenuti, tant’è che in provincia di Brescia (dati aggiornati a ieri) la prima dose è stata somministrata al 34,84% della popolazione obiettivo da vaccinare, pari ad oltre 375mila persone. Di queste, il 35% ha già ricevuto anche la seconda dose ed è quindi immunizzato.
La lettura delle tabelle regionali ci informa anche che la quasi totalità degli over 80 (82.226 persone nel Bresciano) è immunizzata. Mancano all’appello circa trecento anziani molto fragili che sono rimasti in coda ad attendere la vaccinazione a domicilio. Ancora, nella fascia di età tra i 70 e i 79 anni la percentuale è intorno al 72%; inferiore (ricordiamo che era possibile prenotarsi dal 22 aprile) è quella degli over 60. Finora è vaccinato con la prima dose il 46% del totale degli aventi diritto che nella fascia 60-69 anni sono 156mila. A dimostrazione, tuttavia, che la «contaminazione» tra fasce esiste ed è inevitabile (basti pensare, ad esempio, ai fragili e ai disabili che sono trasversali a tutte le età), il «gruppo» che ha potuto prenotare dalla mezzanotte scorsa (fascia 50-59) parte, per così dire, «avvantaggiato» perché il 10% di loro, circa ventimila persone, è già stata vaccinata in quanto appartenente a categorie prioritarie.
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