Urago Mella, si vive tranquilli respirando «quell’aria di paese»
«Questo è il mio quartiere e guai a chi me lo tocca». Marisa sorride. La battuta serve a certificare «che qui vivo bene, è una zona tranquilla, ben servita». Altro che Brescia Due, interviene il marito Antonio, «là non c’era tanta possibilità di socializzare».
La coppia, originaria della Sicilia, risiede a Urago Mella da 35 anni; è una delle tante (ex) forestiere integrate nel nucleo originario del quartiere. Camminando per le vie, chiedendo nei bar, sentendo le persone, si ha da tutti più o meno la stessa risposta: Urago Mella conserva la fisionomia sociale di un paese, in particolare nella zona a nord della Pieve.
Negozi, servizi, occasioni, strutture sociali non mancano. Certo, dicono gli abitanti, si può sempre migliorare. La viabilità, ad esempio, è un po’ caotica; e poi ci vorrebbe maggiore animazione, in particolare per i giovani.
Prima tappa al Bar la Pieve, alle 10 del mattino. Silvana, Lucia, Lavinia e Damiana gustano un caffè dopo l’ora di ginnastica nella palestrina dell’oratorio. «Ci manteniamo in forma», scherzano. «Stiamo benissimo a Urago Mella, qui siamo nate e cresciute. Lo consideriamo un paese e ci prendiamo cura di esso».
Il sogno? «Una fermata della metropolitana, sarebbe davvero comoda, anche se siamo ben serviti dalle linee degli autobus». Qualche preoccupazione sulla sicurezza: «Negli ultimi sono stati segnalati furti nelle case». Nell’altra saletta un gruppo di anziani è impegnato nella briscola. «Non ci possiamo lamentare, i servizi per i pensionati ci sono», conferma uno degli spettatori che fanno da corona.
Urago Mella è un quartiere che invecchia. Un terzo degli abitanti è costituito da anziani, contro una media cittadina del 24%. Un fenomeno che ha conseguenze anche sulla dinamica delle abitazioni. I giovani preferiscono cambiare quartiere e molte case lasciate libere (magari di una certa età, bisognose di manutenzione e dunque a basso costo) vengono occupate da cittadini stranieri.
Cambia così anche il tessuto sociale, anche se ad Urago la presenza straniera è sotto la media cittadina (12% contro il 18,7%). Non esiste, comunque, un problema di convivenza. Marco, gestore del Pieve, conferma: «Molti vorrebbero venire a vivere qui perché si sta bene. Abbiamo questa aria di paese che aiuta».
Della stessa opinione è Marina. «Con la mia famiglia avevamo pensato di cambiare casa e quartiere - dice - ma poi abbiamo cambiato idea. Qui c’è tutto a portata di piedi». Un desiderio: «Mi piacerebbe una palestra dove partecipare a corsi di ginnastica, il Polivalente è riservato alle società».
Roberto e Maria, una coppia di pensionati, vorrebbero invece «più vivacità, più iniziative in grado di mettere in contatto gli abitanti. Ci sembra che manchi un po’ il rapporto umano». Chiedono anche «di vedere più forza pubblica girare per Urago Mella». Oliviero e Rosa, invece, lamentano qualche problema nella viabilità: «C’è molto traffico. La gente parcheggia un po’ come gli pare, in alcune vie, come la VII, ci sono auto da entrambi i lati e la carreggiata è stretta». Per il resto, si uniscono al coro: «Come vita non è male. Forse, visti i tanti anziani, ci vorrebbero più negozi di vicinato e servizi di assistenza».
Vichi è una giovane di origine romena, in Italia da 13 anni. Da 6 gestisce l’edicola (prima era in via Veneto). «Qui passa tanta gente, mai sentito lamentele, mi pare che sia un quartiere molto tranquillo». Manuela, dietro il bancone del Golden Bar, ripete il concetto. «Si vive bene, zona tranquilla». Fin troppo, in un certo senso: «Magari sarebbe auspicabile ci fossero più eventi, più iniziative per animare il quartiere e il commercio».
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