Uomo e cane, se la psicologia aiuta l'incontro
Addestrare i cani addestrando i loro padroni. È la strada scelta da Andrea Grisi, che da 25 anni si occupa dell'incontro tra l'uomo e il suo quadrupede preferito.
In una stagione televisiva che ha registrato l'irruzione di Cesar Millan, lo «psicologo dei cani», con un pizzico di civetteria Grisi dà ai suoi corsi in giro per la provincia il nome di «Doctor dog» ma forse nel suo caso sarebbe più opportuno parlare di uno «psicologo per i padroni». E la spiegazione sta tutta nel suo motto: «È necessario lavorare sui proprietari per avere un effetto sul cane». In effetti, stando a quanto racconta, ben il 90% dei problemi che crea un amico a quattro zampe sarebbe causato dall'ignoranza di chi gli sta accanto. «Ciò che manca è una formazione adeguata ad affrontare questo rapporto, che non è sempre semplice gestire e che viene ancora molto sottovalutato». E i rischi che si corrono sono tutt'altro che indifferenti: «Innanzitutto si entra in un vortice di problemi che inevitabilmente si intensificano e in secondo luogo si perdono tutte le potenzialità che il cane potrebbe offrire e che restano celate dietro molte cattive abitudini».
È per questo che a tirarle fuori ci pensa lui, che di storie da raccontare ne ha a decine. Storie in cui grazie a un'adeguata terapia comportamentale il cane è diventato molto più di un semplice amico, ma un vero compagno di vita, un punto d'appoggio per quei padroni che si sono affidati alle sapienti cure di Andrea. Come la vicenda di una bambina di circa 7 anni, figlia di due genitori sordomuti, che a causa di questa situazione era costretta ad organizzare l'intera vita familiare, dalla spesa alla cura del piccolo pastore tedesco dal carattere profondamente dominante. Dopo l'intervento di Andrea non solo il rapporto tra il cane e la piccola è completamente cambiato, ma il tempo che trascorrevano insieme è diventato per lei una delle poche occasioni per rilassarsi ed estraniarsi dalla situazione.
O come la storia dell'agitatissimo labrador di sette mesi e del suo anziano padrone con problemi cardiaci, protagonista di alcuni fenomeni di svenimento. Andrea è riuscito non solo ad acquietare il cane, ma gli ha anche insegnato ad abbaiare nel momento in cui vedeva il proprietario a terra. E come ha fatto? Semplice. «Per il cane ogni atto è un gioco, da quando corre a quando salva delle vite umane, per cui basta insegnargli ad associare la buona riuscita di un esercizio con una ricompensa o un premio che lo gratifichi - racconta Andrea -. Tutti i cani operativi lavorano in questo modo, anche quelli che vanno a recuperare persone sotto le macerie o in acqua».
È questo il metodo di Andrea, che, lo mette alla prova sia nei corsi nel Bresciano sia con consulenze in tutta Italia. Per lui essere uno psicologo dei cani significa insegnare alle persone il modo giusto per approcciarsi con questi animali, modo che non è una regola uguale per tutti e che dà vita a scoperte straordinarie per chi ama questi animali, ma magari si trova in difficoltà.
«Ed è proprio con chi è più debole che gli amici a quattro zampe danno il massimo» racconta. A patto però che siano ben addestrati. La storia di una ragazzina di 14 anni con un'età mentale di soli 6 anni è esemplare in tal senso. Imparando a prendersi cura del proprio cane e a occuparsene nel modo giusto, ha iniziato a rivolgere verso di lui la sua domanda di protezione.
Storie toccanti, da cui sono nati rapporti unici e duraturi, basati sulla fiducia e il rispetto reciproci.
Alessandra Mazzini
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