Università: il saluto di Preti alla Statale

In un clima di commozione generale Augusto Preti sale sul palco e, ancora una volta, spiazza tutti: «Non appena saputo che sarei andato in pensione mia moglie mi ha chiesto preoccupata: mica mi tornerai a casa adesso?». Neanche nel suo ultimo giorno da «magnifico» il rettore rinuncia al suo proverbiale senso dello humor.
Ma subito dopo cede alla commozione per le tante testimonianze d'affetto e stima con le quali lo ha abbracciato un'aula magna di Medicina colma come non mai, per il saluto dopo 27 anni "a capo" della Statale.
Una storia lunghissima, un record assoluto per il nostro Paese che è valso a Preti il ruolo di decano della Conferenza dei rettori e sul quale egli stesso ironizza: «Nel 1983 mi hanno eletto "pro tempore". Un "pro tempore" sul quale evidentemente c'è stato qualche disguido». Nel suo breve discorso il «magnifico» si interrompe più volte: l'emozione è troppo intensa. «La mia amarezza - dice rivolto alla platea - è abbandonare questa gente che mi ha testimoniato quanto bene mi vuole. Ma ho avuto un privilegio straordinario: un consenso che mi ha consentito di lavorare con serenità».
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