Unicef, bimbi in fuga dall'Ucraina: «A Brescia già 881 minori»
«Non possiamo sapere come si evolverà la situazione, quali saranno gli scenari della guerra. Non sappiamo se possono o meno passare, ci sono gli orfanotrofi da tenere sotto controllo, con minori che in questo caso sarebbero tutti non accompagnati. Ci sono poi altre situazioni da monitorare: abbiamo saputo di bambini stuprati durante i viaggi che li portano via dalla guerra»: così la presidente di Unicef Italia Carmela Pace a Brescia in visita prima all’oratorio delle Sante Capitanio e Gerosa, poi all’hub di via Morelli diventato anche hotspot per i profughi ucraini in fuga dalla guerra, nel primo livello di presa in carico del sistema sanitario, con uno screening fatto dai medici Usca.
Un’organizzazione che secondo la presidente Pace funziona, ma anche secondo Ast Brescia, visto che da lunedì ne sarà attivo un terzo a Chiari.Il dato sulle vaccinazioni: in tutta l’Asst degli Spedali Civili, ad oggi sono 1.729 i rifugiati presi in carico, 848 maggiorenni dei quali 776 donne, e 881 minorenni.
La percentuale di questi che vengono sottoposti a vaccinazioni è molto bassa: attualmente, solo il 30%, ma il fatto che l’hotspot si trovi anche nell’hub vaccinale potrebbe facilitare il processo, questa la speranza del direttore generale di Ats Brescia Claudio Sileo e del direttore sociosanitario dell’Asst Spedali Civili Annamaria Indelicato.
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