UniBs e Cai in missione sul Gran Sasso per il clima

Sul Gran Sasso per mettere a tema i cambiamenti climatici attuali, la protezione della biodiversità e la necessità di rallentare il consumo delle risorse naturali. È in questa zona dell’Appennino, e per questi motivi, che si sono recati i rappresentanti dell’Università degli Studi di Brescia e della sezione cittadina del Club Alpino Italiano, organizzatori e partecipanti attivi della terza edizione di «Climbing for Climate».
L’evento nazionale promosso dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, ideato nel 2019 dall’ateneo bresciano, vuol favorire la condivisione di conoscenze e competenze per sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare l’impegno per contrastare i cambiamenti climatici. Le prime due edizioni si sono svolte in aree diverse del gruppo dell’Adamello, dove si trova il più grande ghiacciaio italiano. Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si estende invece il ghiacciaio più meridionale d’Europa: le sue condizioni sono drammatiche, avendo ridotto del 92% il proprio volume rispetto all’era preindustriale.
Adamello e Calderone sono solo due delle evidenze di un fenomeno di regressione che coinvolge la maggior parte delle aree glaciali di tutto il mondo, a qualsiasi altitudine e latitudine, come ha dichiarato il rettore dell’Università degli Studi Maurizio Tira nell’incontro che si è svolto ieri sul Gran Sasso: «Consapevoli del ruolo che l’Università riveste nell’educazione delle giovani generazioni, abbiamo inserito nel Piano strategico la cura e la promozione dei valori della sostenibilità. Insieme al Ghiacciaio dell’Adamello e alla conca del Baitone, mete delle prime due edizioni dell’evento "Climbing For Climate", il ghiacciaio del Calderone rappresenta un altro simbolo dell’urgenza di azioni mirate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico. L’acronimo della salita - CFC Climbing For Climate - vuole essere anzitutto un segno di speranza: è tratto infatti dall’accordo del protocollo di Montreal sulla riduzione dei CloroFluoroCarburi (Cfc), con il quale la comunità mondiale fu in grado di impegnarsi concretamente e in maniera coordinata per contrastare il cosiddetto buco nell’ozono». Gli fa eco il presidente del Cai Brescia Angelo Maggiori: «Il Club Alpino Italiano anche quest’anno partecipa attivamente al Climbing For Climate nell’organizzazione dell’evento. La presa di posizione che il Consiglio Centrale ha deliberato prima dell’estate è un’occasione importante per divulgare intenti e impegno per l’ambiente che da sempre il Cai, tramite i suoi volontari, mette a disposizione di tutta la popolazione italiana e del nostro sodalizio per la salvaguardia della natura e della montagna in senso lato».L’iniziativa ha consentito di riaffermare il ruolo guida dell’Università e del Cai Brescia su questi temi centrali nel contesto globale economico, sociale e ambientale.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
