Una tonda terra piatta
In queste giornate autunnali, pardon freddo primaverili, guardo i miei poveri pomodori e mi verrebbe voglia di portagli un impermeabilino imbottito. Con un certo rammarico devo constatare anche che le aiuole, già ben vangate e pronte per la semina, dovranno essere nuovamente zappettate: ora sono lisce. Talmente piatte che potrebbero offrire il fianco ai terrapiattisti, ovvero a coloro che non si fidano della scienza ufficiale (aggettivo che da blasone è diventato spregiativo), scienza al servizio dei Poteri Forti che governano il mondo, che appunto non è una sfera ma un disco piatto.
Ai terrapiattisti mica gliela racconti, loro si informano su internet, sul web. Dalla loro cameretta con le macchinine impolverate sulle mensole in fòrmica combattono contro chi vorrebbe metterli a tacere. E no, dicono, se la terra è tonda ci portate nello spazio e vediamo. Dato che nessuno li porterà mai, si nascondono dietro il (loro) non sapere. E per loro, in fondo è meglio così.
Un sabato, all’uscita da scuola, il mio compagno Vittorio mi dice: domani pomeriggio andiamo in discoteca, non è possibile che Oscar rimorchi sempre una ragazza e noi nulla. Oscar, per la precisione, era biondo, con gli occhi azzurri ed era un gran calciatore. La domenica andammo in discoteca, prendemmo una Sprite e una aranciata amara e ci mettemmo su un divanetto. Quando fu ora di cena uscimmo. Oscar aveva ovviamente fatto la sua parte. Noi ci incamminammo verso la corriera. Soli.
È colpa tua, mi disse Vittorio, con quel cardigan le ragazze scappano. Il nostro morale era a terra, che anche in quel dramma restava comunque tonda.
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