Una semplice parola per chi combatte il coronavirus: «Grazie»

Il sindaco di Brescia Del Bono ha incontrato gli ordini professionali di chi lavora negli ospedali per esprimere il ringraziamento della città
IL GRAZIE DI BRESCIA
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L’emergenza non è ancora finita e tutto lascia pensare che quelli che seguiranno saranno giorni difficili dal punto di vista sanitario. Ma, arrivati a questo punto, è necessario rivolgersi indietro ai giorni che abbiamo alle spalle e pronunciare l’unica parola che si può dire a chi sta affrontando il coronavirus: «Grazie».

Non è retorica, è il modo con cui Brescia vuole mostrare il proprio sostegno a medici, infermieri, tecnici sanitari, ostetriche: professionisti della salute che, assieme anche agli operatori Oss e Asa, si trovano in prima linea tra mille difficoltà, rischi, sacrifici personali e costituiscono il baluardo che consente ai contagiati e agli ammalati di Covid-19 di potere essere assistiti e curati. In un giorno in cui si sottolinea l’importanza delle parole, come con il messaggio «Tutto andrà bene», anche questo «grazie» intende essere a suo modo un contributo.

Il sindaco Emilio Del Bono, a nome di tutta la città, ha voluto incontrare personalmente i presidenti dei rispettivi ordini professionali per esprimere la riconoscenza dei bresciani. Un modo per dare visibilità a persone che in questo momento, dietro tute e mascherine, lavorano fino allo stremo, con turni lunghissimi, saltando riposi e rinunciando alle ferie. Sono oltretutto persone che hanno familiari che spesso rinunciano a vedere per paura d'essere veicolo di contagio.

 

SANITA' SOTTO STRESS

 

All’abnegazione e alla professionalità mostrata fanno purtroppo da contraltare la scarsità o addirittura mancanza dei dispositivi di protezione individuale, ha sottolineato il presidente dell'Ordine dei medici, Ottavio Di Stefano, sia per i medici di base sia per quelli che lavorano in ospedale. Stanno anche aumentando i contagiati proprio all’interno di chi lavora negli ospedali, il che complica ulteriormente la gestione dei turni in corsia, ma anche negli ambulatori di medicina generale.

Nel corso dell’incontro, l'ordine delle Professioni Infermieristiche ha sottolineato come la situazione sia giunta al limite, auspicando che l'anticipo delle lauree ai neoinfermieri e la disponibilità di un certo numero di pensionati a rientrare in servizio possa dare una mano. Resta comunque il fatto che proprio i pensionati sono, per età, tra le categorie più a rischio per il coronavirus: non si tratta certo dell’unico paradosso vissuto in questi giorni. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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