Una periferia rimasta comunità: «Al Villaggio Sereno si sta bene»

I commenti fra i banchi del mercato: «Qui non manca nulla». Ma non tutti sono d’accordo
  • Passeggiando per il villaggio Sereno
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«Io vivo qui dal 1979, dovessi tornare indietro farei la stessa scelta». Bruno, negozio di barbiere in centro, non ha dubbi. «Qui al Villaggio Sereno si vive bene, ci sono tutte le comodità: negozi, farmacie, linee degli autobus».

Peccato «l’inquinamento prodotto dal traffico delle tangenziali e dell’autostrada e i fumi del temoutilizzatore». Giovedì mattina, viaggio nel quartiere fondato nel 1961 da padre Marcolini. Il mercato ambulante è affollato, molta gente viene da Fornaci, Poncarale, Flero. Un pienone, anche se meno del solito, fanno notare gli habitué. I pareri che si raccolgono sono (quasi) unanimi. Parchi.

Nel Villaggio non ci sono grandi problemi, però il quartiere invecchia, magari un supermercato ci vorrebbe (soprattutto per agevolare chi non può prendere l’auto), l’aria è malata, e la sicurezza (leggi i furti in casa) dà qualche preoccupazione, anche se a periodi alterni. D’altra parte c’è chi lamenta la scarsità di servizi e la poca animazione.

Fiorenza, ad esempio. Due anni fa è arrivata da Calcinato. «Qui mi trovo bene - dice - è una zona tranquilla, un paese nella città». Vorrebbe «un supermercato per fare la spesa senza dover usare l’automobile». Da mamma le piacerebbe che il parco di via XI «fosse più attrezzato con giochi per i bambini». L’amica Debora, invece, originaria di Gussago, non si «trova tanto bene. Forse è la nostalgia per il mio paese, ma mi sembra che il quartiere non sia servito bene».

Susana e Sabrina la pensano diversamente. «Nel Villaggio c’è tutto quel che serve, è un quartiere dove si sta bene. Certo, noi siamo patentate». Tuttavia, una richiesta c’è: «Ci vorrebbero più occasioni, più attività per i bambini, un punto di ritrovo oltre l’oratorio». Bianca, Ida, Maria e Lino, borse della spesa nelle mani, fanno capannello. «Qui al Sereno stiamo bene», sottolinea il gruppo di anziani. «A parte l’inquinamento», specifica Lino, il quale aggiunge una lamentela e un desiderio.

La prima: «Come periferia ci sentiamo un po’ abbandonati». Il secondo: «Qui ci sono pochi parcheggi, il mercato andrebbe spostato in fondo alla via XV dove c’è più posto». Umberto, orgoglioso alpino del quartiere («Facciamo tanto lavoro e tanta beneficenza»), è sulla stessa linea degli altri residenti. «Il Villaggio Sereno è un buon posto dove vivere.

In qualche periodo ci sono problemi di sicurezza, vorrei più sorveglianza da parte delle forze dell’ordine». Anziani. Un terzo dei residenti ha 65 e più anni. «È un Villaggio con tanti anziani, un quartiere che sta invecchiando», dice Daniela. «Alcuni giovani, però, ritornano. Qui si vive bene, ma è un po’ un mortorio. Ci vorrebbero più iniziative, più animazione. Anche d’estate, c’è poco». Lina è venuta qui nel 1966: «Eravamo tutti più giovani», scherza. «Il quartiere, a parte l’età degli abitanti, non è cambiato molto. Sono nati i parchi, ma per il resto sembra lo stesso di allora».

A proposito di parchi, Bruno punto il dito contro chi ci porta i cani e non raccoglie gli escrementi: «Con tutti i bambini che li frequentano è una cosa indegna». Avanza una proposta: «Creare una zona apposta per i cani». Mamma Rosa e la figlia Roberta hanno finito la spesa e vanno di fretta, ma dicono la loro con piacere.

«Al Villaggio Sereno si sta bene. Ci sono tutti i servizi, i parchi per i bambini, le edicole, i negozi, le farmacie. Tutto a portata di mano». Non manca proprio nulla? «Beh, ad esempio manca un centro polivalente dove fare dell’attività fisica. Una palestra per la comunità, magari nella zona del campo di calcio Chicco Nova». E la sicurezza? «Come ovunque, ci sono periodi buoni e periodi cattivi».

 

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