Una lente sui 900 siti inquinati di Brescia: il workshop di UniBs

Dal 9 all’11 febbraio si terrà il laboratorio per imprese e professionisti «SiCon», tra tavoli di lavoro e visita nel Sin Caffaro
SITI CONTAMINATI: LO STUDIO
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Sono circa 900 i siti contaminati o bonificati e le aree degradate (per le quali sono arrivate segnalazioni) in tutto il Bresciano. Una cifra che non solo cristallizza la mole di oasi dei veleni sul territorio, ma che costituisce anche oggetto di analisi per il Centro di ricerca «Risanamento ambientale e di aree degradate e siti contaminati» dell’Università degli Studi di Brescia.

Insieme all’Università di Catania e alla Sapienza di Roma, UniBs - con i suoi gruppi di Ingegneria sanitaria e ambientale - è attivamente impegnata ai temi del risanamento e della messa in sicurezza di siti contaminati. E a confermarlo è l’atteso workshop tecnico «SiCon», che dal 9 all’11 febbraio si terrà alla facoltà di Ingegneria in via Branze 38 in città (per partecipare www.siconsiticontaminati.it). Il tavolo di lavoro, giunto alla tredicesima edizione, è rivolto alle imprese e ai professionisti di riferimento ma anche a ingegneri, geologici e chimici per mettere a disposizione dei partecipanti un’ampia panoramica di quanto è stato finora realizzato nel campo delle bonifiche, con specifico risalto agli aspetti tecnico-operativi.

«Negli anni SiCon si è imposto come punto di riferimento importante per gli operatori del settore presentando esempi pratici di bonifiche realizzate e coordinando tante competenze diverse», ribadisce il coordinatore Carlo Collivignarelli. E l’edizione 2022 conterà oltre 50 relatori esperti e una platea proveniente da tutta Italia. Si parlerà di situazione attuale e di prospettive, di caratterizzazione, analisi del rischio e misure di controllo, di ricerca e sviluppo di tecnologie innovative. Inoltre verrà organizzata una sessione speciale dedicata al contenimento del consumo di suolo come contributo alle bonifiche - tema finora inedito del dibattito. All’interno del workshop si terrà anche una visita tecnica: l’11 febbraio i partecipanti assisteranno sul campo alle attività in corso e quelle già effettuate nel Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro.

«La bonifica e la rigenerazione dei siti contaminati sono strettamente legate alle possibilità di riutilizzo degli stessi - afferma il rettore di UniBs Maurizio Tira -. Bisogna mettere l’accento anche sull’aspetto urbanistico, che ha implicazioni non banali e diverse complessità giuridiche. C’è bisogno che la rigenerazione vada a beneficio del riutilizzo dei siti per permettere benefici sociali ed economici». A spiegare qual è lo stato di salute della macchina delle bonifiche è invece Mentore Vaccari, direttore del CeRAR: «Il mercato delle bonifiche in Italia è vivace, ma esse richiedono tempi lunghi per problemi economici. Trovare risorse pubbliche e private - sottolinea Vaccari - è difficile, inoltre non ci sono sempre norme univoche, che complicano il percorso. Con il nostro tavolo (che ospita figure diverse) cerchiamo così di rispondere a questi interrogativi e di trovare soluzioni, anche mediante l’illustrazione di esempi concreti, le ricadute positive che gli interventi di risanamento e di rigenerazione urbana hanno sull’ambiente e sulla società».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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