Una gatta nella maionese
Il vento mi innervosisce. Soprattutto di notte, quell’ululare continuo mi disturba il sonno e così mi sveglio di cattivo umore. Un umore che peggiora drammaticamente, come accaduto l’altro giorno, se incontro qualcuno che non vedevo da tempo e che mi accoglie con: per la tua età sei ancora molto giovanile. L’aggettivo giovanile mi destabilizza. Ma come? Viaggio sul treno della vita saldamente seduto sul vagone dei quaranta e non ho nessuna intenzione di passare a quello successivo.
Certo, è una sfida continua. Una persona mia familiare, che preferisco non identificare ulteriormente (mia sorella), mi dice: nel fine settimana non ci siamo, puoi stare tu con Mia? Precisazione, quasi superflua: Mia è la loro gatta. A parte il dare per scontato che i miei sabati sera siano mestamente adagiati sul divano a guardare quei gialletti di serie b su Rai2, a parte il fatto che prima di partire mi sono state date indicazioni che presupponevano l’idea che non fossi nemmeno capace ad aprire una bustina di cibo per animali, a parte la precisazione «non lasciare la casa in disordine», a parte la fastidiosa domanda «hai capito tutto?», a parte tutto ho accettato.
Qualche convenevolo con Mia e mi sono messo in poltrona. Stranamente mi sono addormentato nel giro di mezz’ora. Al risveglio sembrava che in casa fosse passato un uragano. Mia si era ingozzata di patatine di McDonald’s e aveva i baffi pieni di maionese. Ci siamo guardati negli occhi. Lei è rimasta un attimo titubante, poi vista la mia serenità ha iniziato a leccarsi. Noi giovani mica ci arrabbiamo per così poco.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato