Una Freccia avvelenata per i pendolari bresciani

Nuova stangata con l’introduzione dei Frecciarossa sulla Milano-Venezia
Un treno Frecciarossa
Un treno Frecciarossa
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Una Freccia avvelenata per i pendolari bresciani. Anzi, non una, ma otto. Tante quante sono le Freccerosse messe sulla linea Milano-Venezia al posto di altrettante Freccebianche.

A scoccarle è stata Trenitalia, pronta peraltro a «cambiare colore», già da aprile, anche al treno in partenza da Milano Centrale alle 20.05.

Gli abbonamenti acquistati dai pendolari non danno infatti diritto a salire sul Frecciarossa. Questo significa che già dal mese in corso, a fronte del costo di un abbonamento che è rimasto invariato, si potrà usufruire di un servizio inferiore. A meno che non si intenda mettere nuovamente mano al portafoglio.

Attualmente, sulla tratta Brescia-Milano, un pendolare spende in media 1.500 euro all’anno. Per il solo abbonamento al Frecciarossa dovrebbe prepararsi a sborsare 190 euro al mese.

E sul Frecciarossa è obbligatoria la prenotazione, cosa che per i pendolari rappresenta un problema.

Alcuni pendolari hanno annunciato l’intenzione di sottoscrivere una petizione.

Fabio Rolfi, vicecapogruppo del Carroccio in Regione, ha già depositato un’interrogazione per chiedere che «i titolari di abbonamento integrato e Carta plus possano usare anche i Frecciarossa» e che «siano mantenuti i Frecciabianca non ancora soppressi, a partire da quello delle 20.05 da Milano».

Sollecitazioni al Pirellone in tal senso arrivano anche dal consigliere Pd Gianantonio Girelli. 

Per l'assessore Parolini è "un ulteriore ed inaccettabile esborso di denaro". Si legge in una lettera che l’assessore regionale allo Sviluppo Economico ha inviato al collega titolare dei Trasporti Alessandro Sorte per chiedere «un suo intervento sui vertici di Trenitalia».

«Quando dal 2017 tutti questi cambiamenti andranno a regime - si legge nella missiva - la situazione peggiorerà ulteriormente: per i pendolari bresciani che devono raggiungere Milano si prospettano infatti costi triplicati rispetto a prima senza ricevere un servizio migliore, con ripercussioni gravi sul bilancio per le spese di viaggio di migliaia di lavoratori». 

 

 

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