Una fedeltà al GdB da «numero 1»
«Sto leggendo il Giornale di Brescia proprio in questo momento». Il caso ci mette lo zampino. O forse, al contrario, la circostanza non fa che confermare la fedeltà di lunga data e il legame che da sempre unisce la signora Rina Bono al GdB.
Già, perché l’intervista nasce proprio da una particolarità che riguarda la sua storia di affezionata lettrice del nostro quotidiano: insegnante in pensione, la signora Bono è infatti titolare dell’abbonamento numero 1 al GdB.
Facile desumere - al di là di quanto documenterebbero registri d’altri tempi, ora affidati agli archivi - che la fiducia accordata al Giornale di Brescia dalla famiglia della signora Bono si rinnova sin dalle origini della testata, da quando nelle ore febbrili della Liberazione proprio dal Giornale di Brescia (allora e per pochi anni ancora con «Il» a precedere il nome attuale), quale organo del Comitato di liberazione nazionale, fu lanciato l’annuncio della ritrovata libertà della Leonessa dal giogo nazi-fascista. Era il 27 aprile 1945. Quale sia la data di sottoscrizione di quell’iniziale abbonamento, la signora Rina - pur vantando una ferrea memoria, ancorché quasi secolare - non saprebbe dire.
Troppo risalente il ricordo per un dettaglio simile: «So solo che il GdB l’ho sempre visto in casa. É sempre stato il giornale della mia famiglia - racconta senza esitazione alcuna - e mio padre e mia madre lo leggevano prima di me».
Tre generazioni. Proprio il papà della signora Rina - «scomparso ormai 50 anni fa» - fu il primo intestatario dell’abbonamento, che ancora oggi porta ogni giorno a casa della nostra lettrice l’immancabile copia del quotidiano dei bresciani. Di fatto, sottolinea, «è una vera tradizione», che peraltro si è già rinnovata ulteriormente, superando il traguardo delle tre generazioni: «Ora anche mio nipote è abbonato» spiega infatti la signora Rina.
«Cronaca in primis». Il GdB ha accompagnato la signora Bono, diplomata nel 1942, anzitutto nel corso di tutta la sua vita professionale: «Sono stata insegnante dal 1948 al 1970: dapprima, appena entrata in ruolo, alle scuole rurali di Muratello di Nave, divenute poi elementari. Quindi per altri dodici anni ho lavorato al Provveditorato agli studi».
Ma anche ora, che gode della libertà concessa dalla meritata pensione, nella sua abitazione in città l’appuntamento quotidiano con il GdB non manca mai: «A interessarmi da sempre è anzitutto la cronaca» conferma la signora Bono. La cui fedeltà al nostro quotidiano è veramente da... numero uno. Certo, un primato, che attesta una fiducia di lunga data, accordata giorno dopo giorno, anno dopo anno, all’informazione firmata GdB. Fiducia che assieme a quella di tutti gli altri lettori e abbonati è il motivo primo del nostro impegno... quotidiano.
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