Una favola per guarire: «La parola magica» entra in ospedale
Ci sono parole che possono essere gentili, pesanti, formali oppure difficili. Ma ci sono anche parole che possono essere conforto, che possono costruire, rasserenare o che fanno sognare. Per questo il libro-favola «La parola magica» di Giovanni Quaresmini ha una valenza molteplice: permette di farsi trasportare altrove, oltre la realtà, oltre la sofferenza quotidiana del vivere in un volo tra poesia e sentimento e che ti proietta nella creatività di un autore che ha raggiunto una maturità tra sentimenti ed emozioni.
Così l’autore, Giovanni Quaresmini, un passato di dirigente scolastico all’Istituto Comprensivo Oscar di Prata di Trenzano e di autore di mille pubblicazioni – con un presente da scrittore e un futuro da narratore - ha voluto portare il suo personale tributo ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici dell’Ospedale Civile. Un tributo regalando il suo libro che ha il sapore di una pennellata su una tela quale sapeva dare l’amico, il noto Oscar Di Prata, pittore della brescianità, che attingeva i suoi colori dall’anima.
«Ed è quello che ho cercato di fare con questa favola per ragazzini: colorare una vicenda di fantasia e di levità, perché anche uno storico locale può declinare la sua narrazione alla semplicità e a creare pensieri» come ha detto a margine della consegna accompagnato da Nunzia Vallini, direttore del Giornale di Brescia e dai referenti dell’Ospedale Civile.
«Siamo vicini ai nostri ragazzi e il nostro dono ha voluto essere una sorta di santa Lucia, un regalo utile a chi in questi momenti sta soffrendo per una patologia. E poco importa che i ragazzini siano in età da asilo: il dono va alle madri che leggeranno ai loro figli queste poche parole che vogliono essere come la carezza di un nonno ai loro piccoli». Non le parole di un educatore «ma l’argomentare di un uomo di mondo che conosce la storia e la cronaca e si sofferma con i più piccoli. Un tributo a Gianni Rodari, cronista e poeta che come l’ottimo Quaresmini scrive filastrocche, poesie, racconti per l’infanzia surreali e divertenti, fantasiosi e poetici, sempre impiegando un linguaggio chiaro, originale capace di fare presa sui bambini come sugli adulti» come ha detto Nunzia Vallini.
Ovviamente toccante il momento della consegna al Civile in Chirurgia Pediatrica e Nuoropsichiatria Infantile. «Reparti difficili, dove il cuore si allaga di amarezza se non ci fosse la speranza a sostenerti. Dove lo sguardo angosciato di una madre e il sorriso di un bimbo si schiude come un fiore davanti al quale un poeta sa fermarsi per lasciarsi incantare» continua Quaresmini.
Così da oggi «La parola magica» sarà la parola che albergherà in questi reparti. Dove la magia da sola basta a dare significato a molte altre cose, a dar vita, sapore e senso a logiche troppo spesso distanti dalla nostra quotidianità. Ecco perché «La parola magica», sesta tappa del percorso in fiabe tracciato da Giovanni (coincidente con il sesto volumetto distribuito con il nostro Giornale), fa da eco alle puntate precedenti. E in cui il fattore comune resta l’amore. Ne è il messaggio implicito, ma sempre presente che anche qui si svela nelle sue tante forme, dalla sfida al coraggio alla bussola per tracciare un futuro. Anche e soprattutto dove si soffre.
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