Un tram tra l'Oltremella e Sant'Eufemia
Un tram tra la Fiera e l’Oltremella. E’ il progetto per la mobilità che la Loggia ha concepito nel ridefinire il Piano di governo del territorio per mezzo della maxi variante prevista dalla giunta Del Bono e concepita dall'assessore all'Urbanistica, Michela Tiboni, subito dopo il suo insediamento. Una novità per la mobilità cittadina che si declina come una integrazione alla metropolitana, che allo stato attuale lascia di fatto scoperta la zona Ovest.
Proprio quella per l’appunto sulla quale verrebbe ad insistere il tracciato del tram. Se da un lato si tenterebbe di valorizzare anche al fine del trasporto urbano la linea ferroviaria che passa da Castegnato e giunge in città per collegare la periferia alla stazione, dall’altro binari tutti nuovi – quelli del tram, appunto – sfilerebbero dalla Fiera a via Fura, da via Salgari a Lamarmora per poi incrociare la Volta e via Mazzini. Con più di un punto di contatto per giunta con le attuali stazioni del metrò.
Nella centralissima via Mazzini sarebbe poi previsto uno sfioccamento, destinato a servire le due opposte zona della città, ovest e est. Da un lato l’Oltremella: dalla Pendolina a via Volturno lungo l’attuale tracciato della linea 2, passando per via Risorgimento, via della Chiesa, via Chiusure, via Caduti del Lavoro e via Colombo. Dall’altro l’est cittadino, verso viale Piave e quindi Sant'Eufemia, passando pure per la galleria Tito Speri.
Insomma, quello che si prefigura, sia pur con tratte tutte nuove, è per Brescia un vero ritorno al passato: i tram elettrici, infatti, sono stati parte della storia della mobilità della Leonessa per oltre 60 anni, dal lontano 1904 all’agosto 1967, quando l’ultimo tram bresciano andò definitivamente in deposito. Per uscirne, almeno nelle intenzioni, ora, dopo un altro mezzo secolo.
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